Rinviato a giovedì il voto sul biotestamento, il registro di fine vita: è infatti venuto a mancare il numero legale nella votazione di ieri. Il centrodestra ha abbandonato l’aula al momento del voto. Intanto all’interno della stessa maggioranza si è trovato un accordo tra le due componenti, quella cattolica e quella laica, con una versione definita soft del registro di fine vita. Non sarà il comune secondo l’accordo a custodire fisicamente le dichiarazioni anticipate di fine vita, donazioni di organi, cremazione e dispersione delle ceneri dei milanesi. Dovrà invece limitarsi a tenere un registro che certifica il deposito di tali atti presso un fiduciario terzo e cioè notaio, medico, avvocato. Questo perché si temeva che la busta sigillata in comune potesse non essere gradita al garante per la privacy e poi per accontentare i cattolici della maggioranza che non si sono mai dimostrati soddisfatti dell’istituzione del registro di fine vita. C’è poi chi dice che, come per il registro delle unioni civili e gay, senza una legge nazionale l’istituzione di questi registri non servono a nulla.