Bike Sharing e Area C sono stati i primi progetti a breve termine a vedere la luce del sole per quanto riguarda il piano di governo territoriale della giunta Pisapia. Con gli introiti derivanti dalla limitazione al traffico nella cerchia dei bastioni sono stati resi possibili i potenziamenti nel settore della viabilità: mezzi di trasporto più efficienti e biciclette per tutti in vista dell’Expo 2015, ma anche per tenersi al passo con le principali capitali europee. A poco più di due anni dall’inizio del mandato, la giunta Pisapia vuole rivolgere le sue attenzioni al campo dei diritti civili e due questioni a riguardo sembrano avere la priorità: quella dei centri sociali e quella dei luoghi di culto islamici.
Dopo lo sgombero del 22 maggio del centro sociale Zam di via Olgiati, trasferitosi in seguito in zona Porta Ticinese, aleggia scetticismo sulla regolarizzazione del centro sociale Leoncavallo. Ovviamente la situazione tra i due centri è diversa in quanto il secondo citato, è sotto sgombero da quasi vent’anni mentre il primo è di recente formazione. In aprile si paventava la voce di un possibile accordo tra gli occupanti leoncavallini, il comune e la famiglia Cabassi proprietaria dell’immobile. Da allora la situazione agli occhi dell’opinione pubblica non è mutata, immobilismo perpetuo e di certo non si può dire che scorra buon sangue tra le frange più radicali degli “antagonisti” e la giunta comunale, che in passato aveva promesso una soluzione al problema. Ricordiamo le manifestazioni degli appartenenti al centro sociale “Cantiere” davanti a palazzo Marino in luglio, per sostenere i collettivi sgomberati dal cinema Maestoso di piazzale Lodi, che si sono conclusi a tafferugli con la polizia. “Stiamo lavorando per i centri di aggregazione giovanile purché si rispettino i diritti di tutti”, ha dichiarato Giuliano Pisapia in una recente intervista.
L’altra questione ancora aperta è quella della costruzione delle moschee: il progetto è quello di avviare i lavori in ogni quartiere per “evitare di pregare nei garage o in situazioni di abusivismo”, nell’attesa della costruzione di una grande moschea.
Certo la strada da percorre è ripida e irta di ostacoli, a partire dagli esponenti leghisti in giunta pronti a dare battaglia pur di far “rispettare le radici”, come lo stesso presidente della regione Maroni dichiarava un mese fa circa. A proposito ricordiamo l’interruzione della costruzione di una moschea in zona via Mecenate verso la fine dello scorso marzo. La comunità aveva già avviato i lavori ma l’assessore De Cesaris ne ordinò la sospensione immediata per mancata autorizzazione. Ad oggi la situazione sembra ancora essere bloccata e sicuramente i motivi sono anche da ricercare nei problemi strutturali che affliggono tutto il paese, ma ci si aspetta una soluzione che possa giovare a tutta la comunità in nome del benessere comune e indiscriminato.