Un Crunch menu con insetti in un locale milanese. Tanti i clienti, disposti a pagare 30 euro per il pranzo, escluso le bibite, che sono rimasti delusi perché i veterinari della Asl hanno sequestrato tutto. Erano api, vespe, larve da farina, bachi da seta, scorpioni essiccati tutto per un totale di cinquanta chilogrammi di insetti, acquistati su Internet da un allevamento del Nord Italia, sul quale la Asl ha avviato degli accertamenti. In Italia è consentito l’allevamento artigianale per produrre insetti ma destinati ad animali entomofagi/insettivori (uccelli, rettili, anfibi), non certo per il consumo alimentare umano. «La valutazione del rischio dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie circa gli insetti come alimento – chiariscono i medici veterinari – annovera numerosi articoli riguardo le qualità nutrizionali sul consumo di insetti ma è carente di documentazione dal punto di vista della sicurezza igienico sanitaria. Gli insetti come altri alimenti di origine animale possono essere contaminati da microrganismi, parassiti, contaminanti, residui chimici, nonché possibili reazioni allergiche date dalla composizione degli esoscheletri assimilabile a quella dei crostacei». I titolari del locale si sono difesi dicendo che “è la Fao a dire che gli insetti sono il cibo del futuro”. Intanto il sequestro è di tipo “sanitario” ed è un obbligo di legge eseguirlo, ma potrebbe tramutarsi in sequestro penale, visto che gli insetti nella Comunità europea non possono essere considerati “novel food”. Non esiste una legge che ne permetta la somministrazione. Non c’è neppure la deroga, che dovrebbe arrivare in occasione dell’Expo 2015, ma che riguarda solo i locali aperti nei “recinti” dell’esposizione universale. (Serena Marotta)