Nella regolamentazione della fecondazione eterologa è necessario “evitare ogni tipo di ambiguità”, quindi da Regione Lombardia “ci aspettiamo regole certe e inequivocabili”. E’ questa la posizione del Gruppo del Nuovo Centrodestra espressa dal consigliere regionale, Stefano Carugo, sulla regolamentazione della fecondazione eterologa in Lombardia che verrà definita venerdì prossimo nella riunione di Giunta con una delibera. Secondo Ncd sarebbe infatti molto rischioso “lasciare aperti preoccupanti spiragli che rischierebbero di portare anche il nostro Paese ad una deriva eugenetica analoga a quella che già esiste a livello internazionale”. L’assenza di una legge a livello nazionale, spiega ancora Carugo, “pone la Regione nella condizione di dover approvare una delibera che definisca in modo inequivocabile regole e limiti del ricorso alla fecondazione eterologa. Per questo motivo come Nuovo Centrodestra chiediamo siano presenti all’interno della deliberazione cinque principi per noi inderogabili: nessuna ambiguità nell’interpretazione della norma per evitare una deriva eugenetica; contrarietà all’eterologa doppia, nel caso in cui entrambi i componenti della coppia siano sterili; limitarne il ricorso alle sole coppie eterosessuali sposate o conviventi”. Inoltre, sul fronte del numero dei centri autorizzati, “riteniamo necessaria una riduzione delle strutture ad un massimo di 10/15, in base al numero di procedure effettuate, tra le 400/500 all’anno, come già avviene per l’altaspecialistica. In questo modo potremo garantire l’individuazione dei centri d’eccellenza, una migliore azione di controllo e soprattutto eviteremmo di trasformare la Lombardia in un gametificio. Inoltre sarebbe curioso che in Lombardia fossero presenti più centri per l’eterologa che reparti di emodinamica”. Carugo quindi conclude: “Chiediamo infine di valutare l’introduzione di un ticket modulato sul reddito e di non inserire la fecondazione eterologa all’interno dei LEA perché questo ci porrebbe nella condizione di dover rimborsare anche le prestazioni effettuate all’estero con regole e limitazioni diverse dalle nostre, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 38 del 4 marzo 2014”.