Continuano le polemiche sulla fecondazione eterologa, che in Lombardia sarà a pagamento e potrà essere richiesta solo in caso di infertilità o di sterilità assoluta o irreversibile. Ha stabilito così la giunta regionale sulla pratica riproduttiva nella regione, che è stata illustrata dal vicepresidente e assessore alla Salute, Mario Mantovani, ieri. Intanto il presidente della Regione, il leghista Roberto Maroni, rivendica la paternità della decisione, escludendo la responsabilità di Comunione e Liberazione: “Dietrologie che non esistono. È una decisione che ho preso io e che ho poi comunicato ai capigruppo. È partita da me la proposta, quindi semmai è il contrario, è Cl che si è adeguata al presidente della Regione e non viceversa…”. Insomma non si tratterebbe di una guerra di religione, ma di una decisione politica. Una scelta condivisa dalla maggioranza. Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia ha commentato così: “È una decisione assolutamente corretta e una scelta obbligata. Sentiamo ogni giorno i moniti del commissario Cottarelli e la necessità del governo centrale di tagliare anche in settori strategici come la sanità, quindi credo che la coperta sia corta per tutti”. Un commento è arrivato anche da Stefano Cargo di Ncd: “Ci accusano di discriminazioni perché ammettiamo all’eterologa solo le coppie sterili e non coppie fertili con malattie genetiche, ma è la legge 40, una legge dello Stato, a aver stabilito questo e non la Regione. La nostra è stata una scelta politica bilanciata da una legge dello Stato”. Mentre Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, propone: “Almeno un centro pubblico sia disponibile per l’eterologa gratutita”. (Serena Marotta)