“Le Ragazze” sono tornate: il programma di Rai Tre riparte da oggi, venerdì 25 settembre, con una ragazza speciale: Milena Bertolini, commissario tecnico della Nazionale italiana femmine di calcio. Uno sport spesso considerato “maschile”, ma che le giocatrici azzurre hanno ormai “sdoganato” grazie alle loro imprese in campo internazionale. Nell’immaginario collettivo è rimasta infatti la splendida cavalcate delle Azzurre ai Mondiali di Calcio del 2019, uscite di scena soltanto ai quarti di finale, anche grazie alle dritte tattiche dell’allenatrice in panchina. Milena Bertolini racconterà con ogni probabilità com’è nato il suo amore per il calcio, qual è stato il percorso che l’ha portata a sfidare i pregiudizi che purtroppo ancora oggi accompagnano una ragazza che ha come più grande passione quella per il rettangolo verde e la soddisfazione di vedere realizzati i propri sogni grazie al duro lavoro.
MILENA BERTOLINI: “LA PERCEZIONE DEL CALCIO FEMMINILE IN ITALIA E’ CAMBIATA”
Di recente Milena Bertolini è tornata ad esercitare il suo ruolo di punto di riferimento nello sport italiano per sottolineare la disparità di trattamento subita dal calcio femminile rispetto al maschile in relazione allo stop “forzato” nello scorso campionato causa coronavirus. Intervistata da Il Messaggero, Milena Bertolini non le ha mandate da dire: “Sono mancate la volontà e la determinazione che ci sono state, invece, per fare ripartire il calcio maschile. Pur comprendendo bene tutte le difficoltà, anche il femminile poteva farcela. Le ragazze a mio parere hanno subito un’ingiustizia e una discriminazione“. In ogni caso, secondo Milena Bertolini, indietro non si torna. Lo ha chiarito in occasione di un’intervista concessa a L’Ultimo Uomo: “La percezione del calcio in Italia un po’ è cambiata, perché quando porti sette milioni di persone a vedere Italia-Brasile vuol dire che un cambiamento c’è stato. La strada è ancora lunga perché la cultura non la cambi nel giro di mesi, così come i pensieri radicati, però soprattutto sulle giovani generazioni e sulle stesse donne di una certa età la percezione è cambiata. Magari il pensiero medio è ancora quello, cioè che le donne non possono giocare a calcio, però il Mondiale ha dato un grosso calcio a questi stereotipi“.