Mogol, Giulio Rapetti/ Quel sodalizio con Lucio Battisti finito per la ripartizione dei diritti d’autore

- Morgan K. Barraco

Mogol, il noto paroliere Giulio Rapetti ha vissuto un sodalizio di incredibile profitto insieme a Lucio Battisti. Ecco come i due si sono incontrati e quali sono stati i loro successi.

Gianmarco Carroccia e Mogol Gianmarco Carroccia e Mogol al Maurizio Costanzo Show

Mogol e Lucio Battisti sono stati a lungo un duo in grado di conquistare il pubblico italiano

Emozioni è fra i brani più famosi di Lucio Battisti, scritto proprio per mano di Giulio Rapetti, che firmerà anche altre hit come Acqua azzurra. Un’alleanza però che si è interrotta ben prima della scomparsa di Battisti, come dimostra il fatto che il quindicesimo disco, dal titolo E già, il primo che non coinvolgerà in alcun modo Mogol. I due infatti si divideranno poco prima dell’81 e l’ultima canzone che li vedrà insieme sarà Una giornata uggiosa. Già all’epoca gli attriti fra i due artisti e amici nasceranno per via della ripartizione dei diritti d’autore, a causa di un forte sbilanciamento a favore di Battisti. Le leggende in merito però non mancano e vista la battaglia successiva nei confronti di Mogol, terminata solo di recente, qualcuno ha iniziato persino ad ipotizzare che la vera colpevole sia Grazia Letizia Veronese, ovvero la moglie di Battisti. Sarà infatti lei, al fianco del figlio Luca Filippo Carlo Battisti, a portare avanti la guerra del marito in seguito alla sua scomparsa. Questa sera, martedì 3 settembre 2019, Techetechetè manderà in onda uno speciale legato a Lucio Battisti e sarà impossibile non rivolgere il pensiero anche a Mogol, soprattutto se si considera il forte cambiamento artistico che il cantante subirà in seguito al loro addio. Lo dimostrano l’introduzione di arrangiamenti elettronici e l’assenza di chitarre e archi, la scrittura ad opera della Veronese con l’alias Velezia e persino la durata di oltre 12 minuti di un brano dell’album E già.

Mogol, come si avvicinò a Lucio Battisti?

Forse Mogol non era consapevole del successo che avrebbe avuto affiancandosi a Lucio Battisti per la produzione di brani che diventeranno subito dei tormentoni. Sullo sfondo un’Italia che ignora chi scende in piazza e grazie a parole nascoste, i due artisti produrranno una perla rara come Acqua Azzurra, che diventerà in qualche modo il simbolo del repertorio di Battisti. E darà anche modo a Mogol di giocare sulle immagini religiose, n contrasto con tutto ciò che di torbido creava subito scandalo a quell’epoca. Da non dimenticare però che sarà Renzo Arbore a suggerire ad entrambi di puntare tutto sul brano e non sul lato B del 45 giri, ovvero la canzone Dieci ragazze. Come ricorda Il Giornale, Mogol e Battisti scriveranno il testo di Acqua Azzurra mentre si trovano sulla costiera salentina, fra le mura della villa di Torre Squillace che il paroliere italiano frequenta in quel periodo. “Lui se ne stava in pigiama ad ascoltare dischi per otto ore al giorno”, racconta Mogol parlando dell’amico e di quali fossero i suoi segreti da artista. Nonostante la rottura che avverrà diversi anni più tardi, Mogol ricorderà sempre con grande affetto l’amico scomparso. Lo ritroverà in qualche modo in Gianmarco Carroccia, uno degli allievi più promettenti del suo Centro Europeo di Tuscolano. “Un sosia di Battisti”, dichiara infatti a Il Tempo, “anche se ha una voce leggermente più compatta”. E del successo della sua alleanza con Battisti, non mancherà di ricordare la base che ha dato vita ad una forte attenzione da parte del pubblico: “Siamo riusciti a coniugare la melodia napoletana con la ritmica anglosassone”, sottolinea parlando anche della volontà di mettere la vita al centro dei testi delle loro canzoni, molte delle quali autobiografiche.





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