Caso chiuso, almeno per la Giustizia: Padre Giuseppe Salonia è stato scagionato. Questo è il verdetto giunto al termine di una vicenda divenuta rapidamente nota in tutta Italia e che ha per protagonista il sacerdote psicologo accusato di molestie sessuali da parte di una suora che aveva iniziato la terapia presso di lui tra il 2009 e il 2013. Le motivazioni del verdetto del giudice Daniela D’Auria sono da ricercarsi nella “querela tardiva: il merito della questione oggetto del procedimento non può essere esaminato”. La sentenza, riportata da “Il Messaggero”, recita: “La natura abusiva delle condotte poste in essere da Salonia (secondo quanto sostenuto dalla suora) era stata percepita dalla denunciante solo nel settembre 2017. Non esistono terapie psicologiche che prevedono contatti intimi tra psicoterapeuta e paziente e questi sono severamente vietati non solo dal codice penale ma anche dalle regole deontologiche”. Tuttavia, la denuncia è da considerarsi fuori tempo massimo, “in quanto sporta dopo oltre 5 anni dai fatti”.
PADRE SALONIA: “PAPA FRANCESCO HA CAPITO CHE ERANO CALUNNIE”
Dalle carte processuali, Padre Salonia ha rivelato di avere ricevuto una telefonata da Papa Francesco. “Il Papa dopo 10 minuti capisce subito che sono calunnie, perché lo dice lui. Mi aggiunge: ‘Io capisco che ce l’hanno con te e ti massacreranno coi i giornali anche se non c’è niente di vero’. Poi ad un certo punto alcuni vescovi insistono. ‘Santità non possiamo chiudere il discorso di non consacrarmi?’ Allora il Papa dice: Organizza. Queste lettere rendono difficile consacrarti, anche se non c’è niente di reato”. Come riporta “Il Messaggero”, suor Lucia, vittima delle aggressione sessuali, si è chiusa in un doloroso silenzio. L’avvocato di Salonia, Pierpaolo Dell’Anno, ha dichiarato: “È impossibile, vista l’assoluta carenza di deficit cognitivi e le (asserite) doglianze manifestate dalla stessa religiosa nel corso della terapia, che la stessa abbia preso cognizione più di 5 anni dopo il termine della terapia, di una qualche indimostrata (o meglio indimostrabile) commissione di atti sessuali”.