Tanto a Il Salvagente che per primo aveva dato la notizia della donna morta a Kerala, quanto a noi de Il Sussidiario.net, Herbalife ha fatto sapere la sua netta replica e dura critica a quanto affermato dal pool di ricercatori e scienziati indiani: «Ogni giorno, milioni di consumatori in tutto il mondo utilizzano in tutta sicurezza prodotti Herbalife Nutrition e noi sosteniamo la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti. Tutti i nostri prodotti e le procedure di produzione sono conformi alle normative governative vigenti in ciascuno dei 94 mercati in cui i nostri prodotti sono venduti e nessuna epatotossina è stata mai riscontrata nei nostri prodotti». Nel replicare agli scienziati indiani, la Herbalife Nutrion ha citato i risultati delle analisi condotte dalla Federazione delle Indie Camera di Commercio e Industria (FICCI) Research and Analysis Centre (FRAC), ovvero dei centri di ricerca e analisi indipendenti che aderiscono agli standard internazionali. Proprio sui quei risultati, Herbalife ha gioco nel ribadire «Oltre al nostro robusto programma di test di routine in India, abbiamo chiesto a un laboratorio indipendente e certificato dal Governo di testare i prodotti menzionati nel recente articolo e i risultati confermano che i prodotti sono completamente sicuri e conformi a tutte le normative di sicurezza del governo indiano». (agg. di Niccolò Magnani)
HERBALIFE SOTTO ACCUSA: IL CASO IN INDIA
Morta dopo aver assunto integratori Herbalife per 2 mesi: dramma in India, sotto accusa l’azienda leader nella nutrizione fondata nel 1980. La vicenda è stata registrata a Kerala, dove una giovane consumatrice dei prodotti del colosso americano è deceduta per grave insufficienza epatica e lesioni al fegato che si sono rivelate fetali: come riporta Il Salvagente, un team di esperti indiano ha rilevato formulazioni con metalli pesanti e batteri in grado di portare alla morte in breve tempo. Una situazione che ha spinto un pool di ricercatori del The Cochin Gastroenterology Group, Ernakulam Medical Centre indiano a studiare al caso e pubblicarlo sui giornali scientifici. La 24enne, che soffriva di ipotiroidismo senza ulteriori malattie croniche, da due mesi assumeva regolarmente tre prodotti dimagranti a base tiroxina, fino a quando ha sviluppato una progressiva perdita di appetito per una settimana, seguita da ittero.
MORTA DOPO AVER ASSUNTO INTEGRATORI: ACCUSE CHOC A HERBALIFE
Il Salvagente spiega che l’ittero è peggiorato dopo dodici giorni ed è stata ricoverata in emergenza in encefalopatia epatica di grado tre. Lesioni al fegato gravissime che hanno spinto il team sanitario a trasferirla con urgenza a un centro trapianti, ma la giovane è morta prima del trapianto. Un decesso che ha spinto i medici a sottoporre ad analisi di metalli pesanti, tossicologia e studi di contaminazione batterica otto prodotti acquistati su internet. Ecco quanto testimoniato dai ricercatori: «Abbiamo trovato alti livelli di metalli pesanti in tutte le formulazioni Herbalife e composti tossici non indicati, incluse tracce di agente psicotropico nel 75% dei campioni. Nell’analisi microbica, l’analisi ha rivelato diverse comunità batteriche, tra cui specie altamente patogene. Abbiamo rilevato patogeni batterici patogeni (Proteobacteria e Cyanobattería) con il potenziale di causare lesioni epatiche nel 63% dei casi campioni analizzati, compresi generi pericolosi come Escherichia, Klebsiella, Acinetobacter e Streptococcus. Questo livello di rilevamento microbico è inaccettabile negli integratori alimentari e preannuncia una minaccia per la salute pubblica che potrebbe portare a gravi danni agli organi con un uso ripetuto e a lungo termine».