Jorge Lorenzo, 4
Cominciamo da lui perché è lui il protagonista di questa giornata: stupendo all’Estoril 15 giorni fa, imbarazzante qui in Australia. Che non sia un week end come quello portoghese lo si capisce fin dalle libere del venerdì, quando accusa un secondo da Rossi e problemi di tenuta con la sua Yamaha: e le cose non migliorano di tanto anche il sabato e nel warm up. Ma la gara, alle volte, è un toccasana, non per Lorenzo oggi. Parte con la speranza di non perdere subito contatto con Rossi ma il contatto ce l’ha solo con Hayden: è di quelli che fanno male però, alle volte anche nel fisico, di sicuro al cuore. Alla prima curva la sua gara e molto probabilmente anche i suoi sogni mondiali, si sono già infranti sulla ghiaia. Diceva di non aver nulla da perdere? E’ vero, ma c’è modo e modo per farlo.
Casey Stoner 10
A due gare dal rientro dopo i guai fisici che lo hanno debilitato, è già la in cima, a guardare tutti dall’alto in basso. Chissà cosa sarebbe successo senza lo stop forzato? Ma forse è stato meglio così, con la pausa che ci ha ridato uno Stoner come non lo si vedeva da tempo. La gara è una di quelle sue, fatta di traversi e di staccate che fanno andare la sua Ducati di qua e di la e che ci hanno confermato sui passi notevoli compiuti dall’australiano verso la via della completa guarigione. Per il mondiale, d’altronde, c’è sempre tempo.
Valentino Rossi 9
La brutta figura rimediata in Portogallo, come quella ad Indianapolis, è servita a dare la giusta carica a lui e a tutto il suo team. In Australia l’imperativo assoluto era niente sbagli e così è stato. Poi, a rendergli meno difficili le cose ci ha pensato Lorenzo, ma Valentino all’appuntamento ci era arrivato con i dovuti modi. Moto a posto da subito e sempre la davanti nella classifica dei tempi, in gara ci tenta, non sappiamo fino a quanto, ma anche se si fosse accontentato, visto il risultato, per una volta ci sta.
Dani Pedrosa, 7
Il suo posto, per ora, è quello: terzo quando uno dei tre la davanti ne combina una delle sue. Altrimenti si dovrebbe accontentare del quarto, come recita la classifica del mondiale. Ancora una stagione non all’altezza delle aspettative, soprattutto delle sue, con una sola vittoria stagionale, quella di Laguna Seca, a interrompere lo strapotere Yamaha. Ma le colpe, bisogna dirlo, non sono tutte sue, anche se a questo punto, nella carriera di Camomillo, occorrerebbe una svolta radicale.
Alex De Angelis 7
Finalmente, dopo due stop consecutivi, una gara senza sbavature che lo porta ancora una volta vicino al podio. Per alcuni giri, addirittura, lo abbiamo visto tenere il passo dei primi: poi si è giustamente accontentato, arrivando davanti, però, alla Honda ufficiale di Dovizioso e alle Suzuki ufficiali. Oggi abbiamo visto un volto di Alex, quello buono: l’altro si spera sia stato definitivamente cancellato
Colin Edwards, 6,5
Parte quinto e quinto arriva, l’avevamo già detto. Così è stato anche questa volta, complice anche una partenza non certo brillante. Poi si riprende piano piano, ma per raggiungere il quarto posto è ormai troppo tardi. Ma intanto è li ha combattere con Dovizioso per il quinto posto in classifica, che equivarrebbe al primo dopo i fantastici quattro.
Marco Melandri 6.
Era ormai da tempo che non vedevamo il buon Marco frequentare le parti medio alte della classifica finale: certo c’erano tempi migliori dove navigava quasi sempre nelle parti alte, ma le cose sono cambiate e anche di parecchio e vederlo darsi da fare per acciuffare punti preziosi con la sua Hayate per niente fenomenale, non può che farci piacere. E in classifica generale occupa la decima posizione con 100 punti, uno solo in meno di De Angelis, settimo.
Andrea Dovizioso, 5,5
Le gare come le qualifiche, per Dovizioso, continuano a offrire scarse soddisfazioni al pilota forlivese, sempre alle prese con i problemi di affiatamento con la sua Honda. Ma ormai siamo a fine stagione e per Andrea c’è solo da sperare che la moto per la prossima sia migliore di questa. Ma lui ci deve mettere un po’ più del suo, convinti che le qualità di certo non gli mancano.
Loris Capirossi 5
Vittima della nuova regola che impone un numero contingentato di motori, rompe il suo, lo sostituisce e si ritrova a partire dall’ultima fila. Non è che le qualifiche fossero un granché meglio, ma qualcosina in più, per la classifica, forse si poteva cavare. Ma per il podio, un desiderio che il povero Loris vorrebbe veder realizzato prima della fine della stagione, con questa Suzuki malandata, c’è poco da fare.