E se il crollo in borsa delle azioni Renault è coinciso in modo quasi perfettamente sincronizzato con il drastico calo delle azioni FCA (ex-Fiat) pur per motivi diversi (per l’azienda di Agnelli e Marchionne si è parlato di una denuncia da parte di alcuni concessionari di Chicago di pressioni per gonfiare i dati sulle vendite del mercato americano, secondo quanto riportato da Automotive-News), ora la situazione rischia di accomunarsi anche a livello di “Dieselgate”. Certo l’ipotesi è tutta da dimostrare, ma in questo clima di sospetto suonano piuttosto minacciose le dichiarazioni dell’agenzia indipendente che per conto del governo francese (peraltro azionista di Renault) sta mettendo sotto esame diverse marche di veicoli e che fa sapere che le prossime 4 ad essere messe sotto la lente «Nissan, Volvo, Suzuki e – appunto – Fiat». Insomma la vicenda del crollo in borsa di Renault e Fiat-Fca avrà sicuramente ulteriori strascichi.
Da quanto emerso nelle ultime ore, sembra che anche Renault possa essere stata protagonista della frode relativa alle emissioni di anidride carbonica, sulla falsa riga di quanto fatto dalla Volkswagen. Stando alle notizie che arrivano dalla Francia, gli agenti del Governo Francese avrebbero sequestrato un computer dal sito Renault di Lardy dove sarebbero stati salvati dati relativi ai test che vengono eseguiti. Pochi minuti fa è arrivato un comunicato da parte della stessa casa francese nel quale si sottolinea come “la Direction Generale de L’Energie et du Climat (Dgec) interlocutore pilota della Commissione Tecnica indipendente per conto del Ministero Francese dell’Ecologia ritiene fin d’ora che la procedura in corso non evidenzierebbe la presenza di software truccato sui veicoli Renault”.
Una vera “bomba”, con la Renault che crolla in Borsa dopo il possibile caso di frode emissioni che scoppia anche per la casa di auto francese: altro scandalo come Volkswagen? Forse ancora presto per dirlo ma intanto la notizia delle perquisizioni nelle varie sedi di Renault hanno fatto crollare il titolo in borsa, arrivando sotto il 20% come vertice massimo. La reazione dei mercati per la possibile notizia che anche Renault possa aver barato sulle emissioni diesel come la sua collega tedesca, è stata deflagrante come una immensa bomba mediatica ed economica: gli agenti del governo francesi hanno sequestrato computer dal sito Renault di Lardy, che realizza prove sulle emissioni dei veicoli. È quanto afferma Bloomberg questa mattina, che riprende fonti di stampa francese, anche se le perquisizioni risalirebbero allo scorso 7 gennaio. Addirittura ci sarebbero delle parti di connessione con lo scandalo Volkswagen e non solo si tratterebbe di una frode parallela: tutto questo ovviamente dovrà essere vagliato dagli inquirenti e non è per nulla detto che sia confermata la colpevolezza della Renault. Finora però ai mercati è bastata solo la notizia per crollare immediatamente, questa è la borsa: nei prossimi giorni ovviamente ne sapremo di più, ma forse siamo alle soglie di un nuovo caos motori in tutto il mondo.