Mucca pazza, scoperto nuovo caso/ Olanda, si indaga su ipotesi mangimi contaminati
Scoperto un nuovo caso di mucca pazza in Olanda: le autorità stanno procedendo con accertamenti per stabilirne l’origine e valutare l’ipotesi di mangimi infetti

Nuovo caso di mucca pazza in Olanda. La scoperta è avvenuta pochissimi giorni fa, precisamente il 30 gennaio 2023, mentre la notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa olandese Anp, che ha citato a sua volta il ministro dell’Agricoltura Piet Adema. Al momento i dettagli attorno a questo nuovo caso di mucca pazza sono pochi: si sa che l’infezione è stata scovata su un animale morto. La carcassa è ora sottoposta ad accurate analisi, dalle quali gli esperti sperano di capire se si tratta di una Encefalopatia spongiforme bovina (BSE) di tipo cosiddetto atipico o classico.
In altre parole, gli esperti stanno indagando per stabilire se questo nuovo caso di mucca pazza se sia stato causato dalla vecchiaia dell’animale oppure se alla base possano esserci invece dei mangimi contaminati. Per il momento, le autorità olandesi non hanno ancora rivelato il nome della località in cui è stato scoperto il morbo della mucca pazza.
Mucca pazza, nuovo caso in Olanda: che cos’è questa malattia che colpisce i bovini
La mucca pazza è una vera e propria epidemia che si è diffusa in Gran Bretagna negli anni Novanta e che da lì ha coinvolto numerosi Paesi del Vecchio Continente. Si tratta di una malattia neurodegenerativa che ha sempre come esito la morte dell’animale infetto. Il morbo della mucca pazza è in grado di creare dei veri e propri buchi nell’encefalo delle mucche, rendendolo di fatto simile nell’aspetto a una spugna. Il periodo di incubazione in un animale può durare dai 3 ai 5 anni ed è completamente asintomatico.
Per l’esattezza, il primo caso di mucca pazza fu registrato nel Regno Unito nel 1986 in un allevamento nella regione dell’Hampshire, luogo in cui il laboratorio centrale di veterinaria di Weybridge fu messo in allarma da un animale caratterizzato da un quadro clinico preoccupante. La diffusione del morbo della mucca pazza è stato ricollegato all’uso delle farine di carne ma ancora di più al processo di produzioni di queste farine. Infatti, per ottenerle si ricorreva a solventi potenzialmente pericolosi se non addirittura cancerogeni. Il processo a base di solventi fu quindi sostituito con un processo a pressione, che però non permetteva di raggiungere temperature sufficienti a eliminare del tutto gli agenti patogeni, come invece erano in grado di fare i solventi. Nelle farine a base di carne, infatti, erano spesso utilizzare carne e ossa provenienti da carcasse di bovini malati.
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