«Un’artista dalla personalità forte e anticonformista. Dopo lo straordinario successo dell’anno scorso con i Modà, torna sul palco dell’Ariston Emma». Così Gianni Morandi presenta l’artista che da molti è già data come vincitrice di questa sessantaduesima edizione del Festival della musica italiana. Emma porta a Sanremo il brano “Non è l’inferno”, scritto da Francesco Silvestre, leader dei Modà. Un brano attuale, forte e intenso, che non parla di amore, storie finite o amicizia, ma parla di crisi, di precariato, di disoccupazione giovanile. Un grido di dolore che la cantante salentina è fiera di portare nelle case di milioni di italiani, ed è la stessa artista ad ammettere, in una intervista a Chi, che il suo è «un impegno sociale più che politico. Io non ho le capacità per discutere quello che succede in politica, sono semplicemente una persona che si affeziona alle cause che riguardano le persone». Il brano che canta, ha detto Emma, «vuole avere un senso etico. Per esempio, io sull’articolo 18 non metto becco, dico solo che è stato un fondamentale della generazione di mio padre e di mia madre. Se un giovane avesse una più concreta speranza per il futuro, forse avrebbe più voglia di battersi oggi per le soddisfazioni di domani», ha aggiunto l’artista. Qualcuno ha anche storto il naso, ascoltando il brano, definendolo contro l’Italia, ma Emma ha voluto subito rispondere a questi giudizi, spiegando che «non è una canzone contro il mio Paese. E’ come se leggessi una lettera scritta da un nonnino d’Italia che si trova a fare i conti con le difficoltà di questo periodo, ma che comunque lancia un messaggio positivo ai giovani». Ed è proprio il brano a recitare: «Ho dato la vita e il sangue per il mio paese e mi ritrovo a non tirare a fine mese, in mano a Dio le sue preghiere. Ho giurato fede mentre diventavo padre, due guerre senza garanzia di ritornare, solo medaglie per l’onore». Ecco allora l’esibizione di Emma nella prima serata del Festival di Sanremo, con il suo brano “Non è l’inferno”, visibile alla pagina successiva.