Il racconto di Nando de Napoli Avellino e il terremoto dell'Irpinia, Napoli con Maradona, Milan e il presente
Nando de Napoli: il terremoto dell’Irpinia e gli anni in biancoverde
In un’intervista per il Corriere della Sera il racconto di Nando de Napoli Avellino, Maradona e gli scudetti con il Napoli, gli anni al Milan di Berlusconi e il terremoto dell’Irpinia. Rambo, soprannome del calciatore affibbiatogli dalla Curva Sud dell’Avellino e mantenuto per tutta la sua carriera, racconta la sua vita e la sua carriera partendo dal momento presente e raccontando di come per essere felice gli basti prendere in braccio la sua nipotina Matilde di 3 anni, nata il giorno di San Valentino, e che questo gli faccia anche passare la nostalgia per gli anni passati e il rimpianto per aver fatto meno di quanto avrebbe potuto nella sua carriera per via della consumazione della cartilagine delle sue ginocchia.
Ora vive lì dove è nato e dove quando era solo un ragazzino ha dovuto affrontare il terribile terremoto dell’Irpinia che lo ha costretto con i suoi amici a cercare i morti e i sopravvissuti tra le macerie.
Tornando a parlare della carriera di Nando de Napoli ha raccontato l’emozione di giocare per la squadra della sua città, l’Avellino, dove prima di essere un titolare inamovibile di Ottavio Bianchi è dovuto passare per un prestito al Rimini, sotto la guida di Arrigo Sacchi, e ad essere poco utilizzato dal tecnico Fernando Veneranda, Nando de Napoli racconta che ogni volta che scendeva in campo dava tutto se stesso per quei colori, e per quella gente che poi coniò il soprannome di Rambo, in un campo sempre bagnato e da cui usciva come se avesse fatto la lotta nel fango con capelli lunghi e sporchi e il viso ricoperto di fango.
Gli anni ad Avellino poi portano Nando de Napoli alla convocazione nella Nazionale Under 21 e perdere un Europeo in finale ai rigori, per poi arrivare tra i grandi e giocare due mondiali con Bearzot e indossare la maglia azzurra 70 volte.
Nando de Napoli: gli anni a Napoli e la fine della carriera
Con Nando de Napoli Avellino si mette in mostra tanto che sul ragazzo si interessa la Juventus degli Agnelli, il suo allenatore Ottavio Bianchi però passa al Napoli e lo convince a seguirlo in azzurro dove avrà l’opportunità di giocare con uno dei più grandi ad aver mai giocato a calcio Diego Armando Maradona, con cui riuscirà a vincere anche i primi due storici scudetti del Napoli, una Coppa Italia e una Coppa Uefa.
Questi però per lui non sono i ricordi più belli di quella esperienza quanto piuttosto gli allenamenti a Soccavo in cui Maradona poteva fare il fenomeno senza freni e senza le pressioni della partita. Rambo lo descrive come un uomo umile, generoso e buono che con la palla tra i piedi si sentiva come un bambino in un negozio di caramelle o di giocattoli e diventava la persona più allegra e felice del mondo.
Nando de Napoli passa poi velocemente per le sue successive esperienze, in particolare quella al Milan di Berlusconi dove sentiva grande affetto e grande fiducia e dove era andato per molti soldi ma che non hanno potuto niente con il fisico che lo stava abbandonando, passava le giornate in palestra con Van Basten ma entrambi sapevano che la loro carriera era agli sgoccioli non per loro volontà ma per i limiti del corpo. Stessa sorte è capitata alle esperienze di Nando de Napoli a Cagliari con Trapattoni e a Reggio Emilia con Ancelotti che, da quello che sostiene Rambo, tutti avevano già visto avrebbe avuto un futuro brillante come tecnico.
