Il professore “negazionista” dell’Itis di Milano che a gennaio interruppe uno spettacolo sulla Shoah davanti a 200 studenti non andrà a processo, perché il negazionismo è reato solo se incita all’odio razziale. Questo il senso della richiesta di archiviazione del pm di Milano Enrico Pavone, accolta dal gip. Il docente, Pietro Marinelli, era stato indagato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa ma, stando a quanto accertato dal pm, parole di questo tipo non sono state mai pronunciate dall’uomo e non rientrano nella propaganda antisemita, che è aggravata se effettuata col negazionismo.
L’episodio risale al 26 gennaio, quando l’insegnante di diritto dell’istituto Curie Sraffa era a teatro con una delle sue classi, una terza del tecnico turistico. Aveva iniziato a borbottare contro la rappresentazione, per poi interromperla instaurando un dialogo surreale con l’attrice in scena che provava a replicare alle sue obiezioni. «Questa non è la verità. Non è storia ma ideologia. La verità è che 6 milioni di morti li ha avuti la Germania coi bombardamenti». Gli altri studenti avevano pensato che fosse un attore e che quello fosse un espediente per rendere più coinvolgente lo spettacolo, invece i suoi allievi, come riportato da Repubblica, non apprezzarono «né le sue parole né il modo scelto per manifestare la sua opinione».
“NEGAZIONISMO IN SÈ NON È REATO”
A febbraio il professore “negazionista” Pietro Marinelli fu sospeso dal servizio. L’Ufficio scolastico territoriale spiegò che era una sospensione cautelare, adottata in attesa dello sviluppo dell’iter previsto per il procedimento disciplinare aperto dal Provveditorato. Dalle indagini, ora archiviate, è emerso che quelle frasi pronunciate ad alta voce, al punto tale da interrompere lo spettacolo teatrale alla vigilia della Giornata della Memoria, erano estemporanee. Infatti, dalle testimonianze raccolte tra rappresentanti di classe maggiorenni, altri docenti e preside dell’istituto, è stato chiarito che il professore né a scuola, né nei corridoi né durante le lezioni aveva preso posizione negando la Shoah e incitando all’odio razziale.
Infatti, molti si stupirono per le sue parole. Da qui la richiesta di archiviazione, accolta dal gip: il negazionismo in sé non è reato. Lo diventa se si associa all’odio razziale, etnico e religioso, cosa non emersa durante lo spettacolo interrotto dal docente. «Non sono un negazionista, non vedo come si possa negare che ci siano state le deportazioni, ma se la Shoah è un fatto storico, deve essere analizzato con il metodo dei dati, non in maniera ideologica. Sono stanco di sentire narrare le stesse cose nello stesso modo, senza un minimo di criticità storica», aveva dichiarato il professore.