Gli USA hanno fatto tracollare le trattative sul piano Nat-Zero per il settore navale: avrebbe imposto limiti di emissioni e penali allo sforamento
Sembra essere definitivamente tracollato il piano Nat-Zero per il settore navale che era stato proposto diversi mesi fa dall’Organizzazione marittima internazionale (o, più semplicemente, IMO) con l’obiettivo di ridurre le emissioni di Co2 prodotte dal commercio e dal trasporto marittimo: una misura che era stata ben accolta da una buona parte degli stati mondiali – UE compresa -, ma che da subito si era scontrata contro il muro statunitense eretto da Trump, che minacciò dazi per chiunque avesse sostenuto la decarbonizzazione del settore navale.
Partendo dal principio, è utile ricordare che secondo il piano promosso dall’IMO per l’intero settore navale sarebbe stati fissati – a seconda del peso dell’imbarcazione, ma sempre se superiore alle 5mila tonnellate – dei limiti di emissioni: superata quella soglia, le imprese proprietarie della nave o della spedizione avrebbero dovuto pagare una penale proporzionale allo sforamento; mentre sarebbero stati introdotti anche dei premi per le navi che avrebbero adottato carburanti green.
Tracolla il piano green per il settore navale: il progetto dell’IMO dovrà essere ridiscusso interamente
La proposta aveva trovato (quasi) da subito un largo appoggio da parte di tutti i paesi coinvolti nell’IMO – e, di conseguenza, dall’ONU, afferendo a quest’ultima -, ma anche la durissima opposizione da parte degli Stati Uniti: Trump, infatti, lamentò il fatto che il settore navale è responsabile appena dell’1,4% delle emissioni globali e – definendo il tutto un’altra “truffa green” – arrivò a minacciare i paesi favorevoli di imporre pesantissimi dazi.

La discussione del piano green per il settore navale era stata fissata tra le giornate di ieri e di oggi – rispettivamente 16 e 17 ottobre 2025 – alla presenza dei 176 paesi membri, ma alla fine sembra aver prevalso la dura opposizione degli Stati Uniti: poco prima del voto odierno, infatti, l’Arabia Saudita ha presentato una mozione per chiedere il rinvio di un anno delle discussioni e della votazione finale; approvata per una mancata scarsa di voti.
Di fatto, il rinvio di un anno della trattativa sulle emissioni del settore navale – ha spiegato il segretario generale dell’IMO Arsenio Dominguez – implica che il trattato sia stato di fatto respinto visto che sforerà la sua scadenza naturale e dovrà essere interamente ridiscusso: contrari al rinvio buona parte dei paesi europei, esclusa la Grecia e pochi altri; mentre tra i favorevoli, oltre agli USA, c’erano anche la Russia e alcune realtà insulari – come Bahamas e Antigua-Barbuda – che dipendono fortemente dall’economia statunitense.
