NINO CARTABELLOTTA/ “Ricoveri dimezzati. Senza obbligo vaccino tanti imprevisti”
Ecco le parole del professor Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ospite ieri sera in collegamento con Stasera Italia
Il numero uno della fondazione Gimbe Nino Cartabellotta non canta vittoria nonostante i numeri degli ultimi monitoraggi consegnino un quadro più che positivo della situazione epidemica in Italia. Ospite a Omnibus su La7 il presidente della fondazione ha sottolineato: “Fare previsioni è complesso, ma la certezza è che l’epidemia in qualche maniera ha risentito della diffusione dalla variante Delta che è diventata dominante. Guardando al dato nazionale l’indice Rt sta scendendo, significa che la diffusione è in riduzione. Altro dato rilevante è che abbiamo poco più di 140mila positivi e “solo” 4.100 ricoverati e 500 in intensiva. Rispetto alle ondate precedenti, a parità di casi positivi, abbiamo meno persone in ospedale e questo si deve all’efficacia della campagna vaccinale che ha coperto una buona parte della popolazione”.
Per Cartabellotta infatti tanti sono gli imprevisti dietro l’angolo: “Sicuramente il tallone d’achille della campagna è il numero di over 50 che non ha ricevuto nemmeno una dose di vaccino, parliamo di oltre tre milioni di persone. Il secondo problema è la perdita progressiva di copertura della risposta immunitaria e la variante Delta che colpisce anche chi si è vaccinato”. Il presidente della fondazione Gimbe ha poi detto la sua sull’obbligo vaccinale: “È uno di quegli aspetti che bisogna prendere in considerazione se falliscono le altre. Abbiamo provato con prenotazione volontaria e chiamata, non in tutte le regioni, ma l’obbligo potrebbe riguardare alcune specifiche categorie che in particolare sono a diretto contatto con il pubblico”. (aggiornamento di Luca Bucceri)
NINO CARTABELLOTTA: “STIAMO DANDO UNA MANO AL VIRUS”
Il professor Nino Cartabellotta, numero uno della Fondazione Gimbe, è stato in collegamento ieri sera con il programma di Rete Quattro, Stasera Italia Weekend, e nell’occasione ha commentato le ultime scene di assembramenti giunte da numerosi locali d’Italia nel fine settimana: “Errare è umano perseverare è diabolico, insistere nella perseveranza è incommentabile – spiega Nino Cartabellotta senza troppi mezzi termini – in assenza di responsabilità sociale non c’è forma di controllo che possa tenere, se dopo 18 mesi non abbiamo ancora capito come si diffonde il virus, quali sono i comportamenti da tenere e quelli vietati è ovvio che poi ciascuno decide di organizzarsi come vuole e come può per mantenere una serie di attività economiche”.
“Ma così – ha sottolineato – diamo una mano solo al virus che come sappiamo ha rialzato la testa durante l’estate e che tutto sommato ci ha consentito di salvare la stagione turistica grazie alla campagna vaccinale”. Sul vaccino anti covid Nino Cartabellotta ribadisce il concetto già espresso in precedenza: “Tutti gli studi che abbiamo disponibili dicono che il vaccino raggiunge protezione di comunità quando si aggiungono i dispositivi individuali, si evitano assembramenti e ci si comporta bene”.
NINO CARTABELLOTTA: “ABBIAMO ANCORA UNA BUONA FETTA DI OVER 50 NON VACCINATI”
“L’elemento oggi di grande criticità – prosegue – è che noi abbiamo ancora una grande parte della popolazione suscettibile al ricovero, gli over 50 non vaccinati. Per carità si tratta di una libera scelta ma quello che è successo in Sicilia dove il 20% over 50 non vaccinati (in Puglia solo il 7%)… se non entriamo nell’ottica che il vaccino ci serve a proteggere persone fragili ed evitare nuove chiusure, il vero nocciolo della questione sarà questo: autunno e inverno saranno sicuri quanto più sarà alta la percentuale di persone vaccinate, in particolare quelle over 50”.
In studio passa quindi il servizio di una dottoressa che si è apertamente schierata contro il vaccino anti covid: “Da medico mi fa venire brividi – commenta ancora Nino Cartabellotta – e dall’altro queste dichiarazioni mi consigliano che le decisioni di sospendere i sanitari no vax credo siano inevitabili. Diffondere fra i propri pazienti informazioni non veritiere rispetto a quello che sono i dati di efficacia del vaccino, credo sia contrario ad ogni evidenza scientifica e a ogni principio etico che ogni medico debba tenere”.
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