Arriva su Rai 3 il documentario premio Oscar No other land, dopo numerosi rinvii carichi di polemiche e accuse di censura da parte della rete

No other land, il documentario girato dal collettivo israelo-palestinese

Sabato 15 novembre, in prima serata su Rai 3, alle 21.25, verrà trasmesso (finalmente) il film documentario No other land. Finalmente, in quanto la messa in onda è stata più volte rimandata dalla Rai con motivazioni discutibili e che infatti hanno sollevato un polverone di polemiche.



Ufficialmente si è aspettato a mostrarlo in TV perché, secondo Adriano De Maio, direttore Cinema e serie tv Rai, “la prevista collocazione del 21 ottobre non era in sintonia con il clima di speranza per la pace recentemente firmata. Ho chiesto di rinviare la trasmissione a un momento più stabile, così che il pubblico possa apprezzare la storia di amicizia e convivenza raccontata dal documentario”. La prima messa in onda era addirittura prevista il 7 di ottobre.



L’attesa è dunque finita ed ecco questo documentario vincitore del premio Oscar 2025 nella sua categoria, diretto da un collettivo israelo-palestinese composto da Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor (che ha curato anche la fotografia) e Hamdan Ballal. Il tema è l’occupazione illegale della Cisgiordania da parte di Israele e la sanguinosa realtà della popolazione che abita legittimamente in quelle terre.

Le riprese sono state effettuate in cinque anni, dal 2019 al 2023, prima dello scoppio del conflitto seguito al 7 ottobre. La storia documenta la lotta di Basel Adra e altri attivisti palestinesi nel fermare la distruzione del loro villaggio natale, Masafer Yatta, situato nel governatorato di Hebron in Cisgiordania, da parte delle forze dell’esercito israeliano che vorrebbe realizzarvi un poligono di tiro e un campo militare.



No other land, un documento eccezionale: il volto feroce dell’occupazione israeliana visto da dentro

La storia di No other land è ambientata a Masafer Yatta, un insieme di una ventina di villaggi che si trova al confine sud dello stato della Cisgiordania. In questa piccola comunità autosufficiente, che si basa sull’economia agricola, alcuni abitanti vivono ancora nelle antiche grotte, conservate come piccoli nuclei abitativi. Questi luoghi vengono di continuo distrutti della ruspe di Israele, che sostiene arbitrariamente il diritto militare su questo territorio per potervi disporre come zona di addestramento militare.

Il primo ricordo del protagonista Basel Adra, nato qui nel 1996, è suo padre arrestato mentre protesta contro gli espropri dello stato israeliano. Questo documentario vuole essere la testimonianza di anni e anni di soprusi e violenze, filmate da Basel e dai altri videomaker, in modo autonomo e rischioso.

Si tratta di un’autoproduzione che vuole mostrare al mondo intero le strazianti violenza, l’oppressione della Palestina, l’ingiustiza che il popolo palestinese continua a subire ormai da decenni da parte del governo di Israele.

Il giornalista israeliano Yuval Abraham, amico di Basel, aiuterà il reporter nel suo progetto aggiungendo contenuti, articoli, testi e testimonianze scritte e interviste: vuole descrivere l’abominio incessante delle demolizioni e delle bombe, portando un messaggio che dovrebbe risvegliare il mondo.

Gli abitanti della Cisgiordania non sanno dove andare, sono intrappolati in questo lembo di terra, la loro Terra, che amano con tutto il loro cuore. Uno scenario contemporaneo che però racconta molti episodi di un passato recente, di una guerra straziante che dura da 80 anni, il conflitto tra Israele e la Palestina.

Il documentario è ricco di momenti estemporanei, girati con il cellulare nel bel mezzo di una pioggia di proiettili; tra una scena drammatica e l’altra esiste anche lo spazio della convivialità, con momenti trascorsi all’interno della comunità, pranzi, cene, il mercato, la scuola.