Deliri e dietrofront surreali a sinistra sul Nobel Pace 2025 a Maria Machado, oltre al caos Flotilla-Gaza: cosa succede con Pd e AVS (e perché)
IL PD SI COMPLIMENTA CON MACHADO… E POI FA MARCIA INDIETRO (COME AVS): COSA SUCCEDE A SINISTRA
Nella settimana che culmina oggi con la Marcia di Assisi per la pace, con riunite tutte le principali anime della sinistra contemporanea – dai leader di Pd, M5s e AVS fino alla Relatrice ONU Francesca Albanese – due i fatti principali concorrono a rendere tutt’altro che unito quel “campo largo” pronto, con ogni probabilità, a vincere nuovamente in Toscana (come da 55 anni a questa parte).
L’accordo di pace a Gaza e il Nobel per la Pace a Maria Cristina Machado, entrambi “spunti” per litigare e dividersi non su fronti opposti, ma addirittura all’interno della stessa componente politica. A 72 ore dall’annuncio del Nobel 2025 per la Pace all’attivista venezuelana Maria Corina Machado, a sinistra si assiste ad un clamoroso dietrofront dai tratti surreali: in primo momento, la “gioia” per non vedere il Premio andare al nemico internazionale n.1, ovvero quel Donald Trump che in cuor suo aveva spinto e molto per raggiungere la premiazione siglando l’accordo per il Medio Oriente proprio il giorno prima.
Gioia tra l’altro doppia, visto che il Nobel per la Pace è andato ad una donna, rispettando i “canoni” inclusivi e “buonisti” che tanto piacciono alle direzioni del Nazareno e della sinistra italiana in generale: peccato però che i vari complimenti profusi dal Partito Democratico in diversi propri esponenti – su tutti con Deborah Serracchiani – sono stati ritirati dal sito Dem non appena Machado a spiegato di voler dedicare il suo Nobel allo stesso Trump, in quanto meritevole per il lavoro fatto a Gaza e sopratutto per aver sempre supportato (a differenza dell’amministrazione USA precedente a guida Biden-Harris) le politiche di libertà del Venezuela contro il regime chavista di Maduro.
ALBANESE E ZAN: LE PIAZZE E LA FLOTILLA HANNO PORTATO LA PACE A GAZA. LA REALTÀ PERÒ…
«Machado è una donna che ha sfidato senza mai arretrare il regime autoritario di Maduro in Venezuela»: poche parole ma comunque presenti sul sito del Partito Democratico dopo la premiazione del Nobel alla leader liberista venezuelana. È bastato però che la stessa ringraziasse Trump, oltre ad approfondire un attimo le sue idee politiche molto più legate al liberismo di Milei che non al chavismo sudamericano, che qualcosa internamente al Nazareno è andato in corto circuito.
Sarà per questo o per qualche errore tecnico, sta di fatto che la pagina con le congratulazioni è sparita dal sito: a pensare male si vive peggio, però non è neanche da escludere che il “passo indietro” possa essere avvenuto per non urtare la sensibilità dei propri compagni di coalizioni, tra l’altro ad urne aperte in Toscana.
Se infatti diversi ambienti M5s hanno espresso piena contrarietà alla premiazione di Machado contro il Nobel – «abolirei la categoria Pace per i Premi Nobel» recita stizzito un post del 5Stelle Alberto Airola – non sono stati da meno i leader di AVS Fratoianni e Bonelli che hanno ritenuto utile una nota per esprimere come «non ci convince affatto il Nobel per la Pace alla Machado».
E così il dietrofront del Pd sembra sempre più un tentato, maldestro, modo per ricompattare la coalizione, specie dopo che appena poche ore prima sempre da Sinistra si era spaccata l’ala più riformista che ritiene comunque positivo l’essere giunti ad un accordo di pace in Medio Oriente, anche se tramite l’odiato nemico Donald Trump.
Venerdì scorso a L’Aria che Tira su La7 il braccio destro di Elly Schlein, nonché parlamentare Alessandro Zan, aveva sottolineato che gran parte del merito per l’accordo in Egitto era da ascriversi alle proteste pro-Pal nelle piazze di mezzo mondo, Italia compresa, così come azioni «meritorie come la Global Sumud Flotilla». Di fatto sulla stessa scia di Francesca Albanese che ritiene i meriti siano tutti da ascrivere alle proteste per la resistenza palestinese, criticando invece l’impianto di Trump perché troppo schierato con Israele.
Insomma, in un maxi “blocco” che dalla Machado arriva alla Flotilla, il tema è sempre lo stesso: tutto ciò che proviene dalla destra è becero e simil-fascista, così come bollano Bonelli e Fratoianni il Nobel alla politica venezuelana, «egemonia di potere della destra mondiale». Al netto delle legittime posizioni politiche a destra o sinistra, è sempre un problema di “realtà” (e di libertà) ad interessarci: è davvero onesto intellettualmente ritenere che un piano complicato e stratificato come l’accordo in Medio Oriente possa realmente essere stato raggiunto per la “missione” di Flotilla e simili?
E vedendo come all’interno del Pd e di AVS (dove i membri di Europa Verde hanno singolarmente gioito per la nomina di Machado, in contrasto dai colleghi di Sinistra Italiana che invece condannano la premiazione) le spaccature siano così imponenti, non sovviene che vi sia un problema ideologico che pregiudica un onesta osservazione della realtà?