A breve verrà pubblicato il nuovo Decreto sulla nuova rottamazione 2025, allungando le rate ed escludendo le sanzioni.

La nuova rottamazione che entrerà in vigore nel 2025 è al vaglio. In Bilancio si valuterà il budget per riuscire a raggiungere l’obiettivo di allungare la rateizzazione di 10 anni (ben 120 rate).

Tuttavia il tempo è quasi scaduto, in quanto alle ore 12 di venerdì 12 settembre ci sarà il verdetto finale. A far la differenza potrebbe essere il Decreto Legge della Lega, con firmatario Romeo Massimiliano.



Le novità sulla nuova rottamazione 2025

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Sulla nuova rottamazione in uscita nel 2025 a mettere dei paletti tra le ruote potrebbe esserci il PD, che potrebbe prevedere una serie di correttivi (al momento circa 20). E non di meno, si devono valutare le risorse per poter stabilire la quantità effettiva da destinare.



Al momento si stima un costo di 5,2 miliardi di euro, considerando che questa misura potrebbe comportare un incremento economico importante. Ora sta all’esecutivo mettere nero su bianco la spesa necessaria – escludendo interessi e sanzioni – considerando anche il buco economico.

Indipendentemente dalla soglia del debito, l’emendamento è in un bivio, contrastato da due scelte importanti: applicare delle restrizioni per poter aderire alla rottamazione (ad esempio individuando la sua natura e l’importo complessivo), oppure renderlo accessibile “a chiunque”.



Debitori “seriali” presi di mira

Nella prossima rottamazione quinquies (ricca di vantaggi) si dovrebbe lavorare su una stretta contro i debitori recidivi e seriali. Si a riferimento nello specifico a quei contribuenti che aderiscono alla definizione agevolata in maniera strategica e allo scopo di temporeggiare sulla coesione attiva.

Di fatto nel momento in cui un soggetto pattuisce con il fisco un pagamento rateale del debito, il fisco italiano non provvederà ad alcun recupero forzato del credito.

Ecco perché nelle ultime 4 definizioni è risultato un buco da quasi 50 miliardi di euro. Pagando anche una sola rata si dà modo all’Ade di sospendere eventuali emendamenti relativi a pignoramenti o fermi amministrativi.

Si potrebbe pensare altresì, di prevedere un numero di limitato di “mancanze” delle rate saldate e poi procedere con il recupero forzato.