Sono accusati di violenza sessuale di gruppo di tre calciatori dilettati sardi che hanno abusato di una atleta, della quale il nome non è stato reso noto, un’olimpionica che ha vinto medaglie d’oro, d’argento e di bronzo. L’abuso, perpetrato dai tre probabilmente solo per il gusto di poterlo raccontare agli amici, risale al 6 febbraio 2022. La Procura di Roma indaga su quella notte di violenza, quando tutto è cominciato con la scusa di un selfie con la campionessa olimpionica. Mentre lei stava andando in bagno con una sua amica, all’interno di un noto locale romano, a Trastevere, sarebbe avvenuta la violenza.
Gli imputati l’avrebbero immobilizzata “con violenza e con un atto improvviso e repentino”, palpeggiandole le parti intime, come si legge nel capo di imputazione e “inserendo le mani all’interno del suo pantalone, dopo averla accerchiata”. La vittima ha raccontato subito alla sua amica quello che le era successo. Appena uscite dal bagno, le due ragazze hanno riferito tutto alla comitiva con la quale erano nel locale.
La denuncia dopo due settimane
I ragazzi del gruppo dell’olimpionica e dell’amica, appena scoperto quanto accaduto nel bagno, si sarebbero recati al tavolo dei tre sardi, che erano in compagnia di altre giovani conosciute la sera prima, e infuriati avrebbero iniziato ad urlare: “Vergognatevi! Fate schifo!”, prendendo la difesa della ragazza. Visto il momento di tensione, i presenti avrebbero deciso di chiamare i carabinieri. Una volta sul posto, i militari hanno identificato i protagonisti della lite ma la vittima non ha subito sporto denuncia. Lo ha fatto solo due settimane dopo e grazie a delle loro foto, si è arrivati all’individuazione dei responsabili.
I tre calciatori sardi sono Erminio Coni e Andrea Finotto, due 38enni, e Alessio Costella di 36 anni. I tre negano le accuse. A ottobre i tre arriveranno davanti al giudice del Tribunale di Roma per l’udienza preliminare: verrà deciso se rinviarli o meno a giudizio. I tre hanno posizioni differenti: uno ritiene di non essersi mai alzato dal tavolo, gli altri due invece parlano di un contatto involontario. Le telecamere, quel giorno, non erano funzionanti. Come rivela Il Messaggero, l’olimpionica è molto provata dalla vicenda e ancora oggi non riesce a metabolizzare quanto accaduto.