Olocausto e Shoah: quali sono le differenze tra i due termini?
In occasione del Giornata della memoria che si celebra proprio oggi, lunedì 27 gennaio 2025, tornano in auge termini come ‘olocausto‘ e ‘shoah‘ che vengono – in parte erroneamente, ed in parte no – talvolta sovrapposti tra loro come se avessero la stessa valenza nell’indicare l’oggetto di questa ricorrenza; ovvero – ovviamente – lo sterminio degli ebrei e degli ‘inferiori’ messo in campo dalla Germania nazista durante la difficile parentesi della Seconda guerra mondiale che ha sconvolto l’Europa e il mondo intero: tra queste righe oltre a ricordare la storia dietro a quello sterminio definito più volte ‘scientifico‘ – oltre che ovviamente sistematico – cercheremo anche di approfondire la differenza tra i due termini.
Partendo proprio da qui, è bene precisare innanzitutto che – effettivamente – le due parole sono sovrapponibili tra loro dato che indicano in entrambi i casi l’uccisione sistematica di un determinato popolo: negli anni il termine ‘olocausto’ però è stato associato anche ad altri noti genocidi oltre che a quello del popolo ebraico e possiamo grosso modo immaginare che al suo interno includa anche le altre persone sterminate dai nazisti (tra i quali rom, zingari, omosessuali ed oppositori politici).
D’altra parte, proprio per segnare un distacco tra il popolo ebraico e gli altri individui uccisi dal Terzo Reich qualche anno più tardi è stata portata in auge la parola ebraica ‘shoah’ che serve anche a richiamare alla mente la lunghissima storia di persecuzione degli ebrei che affonda le sue radici – addirittura – nella Roma antica quando furono vittime religiose in quanto non riconoscevano (e non riconoscono tutt’ora) in Gesù la figura del Messia e che solo nel novecento si associò anche all’ormai noto razzismo.
Storia (breve) dell’olocausto: dei primi stermini, alla ‘soluzione finale’ di Adolf Hitler
Insomma, che di shoah o di olocausto si voglia parlare, le differenze sono poche e non cancellano o cambiano la storia di quell’enorme sterminio nazista: ad oggi (anche se molti contestano questi numeri) si stima che per mano del Terzo Reich siano morte nei campi di concentramento e nei rastrellamenti tra le 12 e le 17 milioni di persone, delle quali poche meno di 6 milioni – all’epoca pari a quasi l’80% della popolazione ebraica europea – erano ebrei.
La storia dell’olocausto iniziò con l’insediamento di Adolf Hitler in Germania che fin da subito mise in atto una serie di leggi discriminatorie contro gli ebrei, ma raggiunse il suo picco solamente nel 1939 dopo l’invasione della Polonia e dell’Unione Sovietica che portò allo sterminio del primo milione di ebrei per mano dell’Einsatzgruppen delle SS: nel 1941 i nazisti misero in campo la cosiddetta ‘soluzione finale’ con l’apertura dei famosi (o famigerati) campi di concentramento nei quali lo sterminio divenne ‘scientifico’ con la ricerca del miglior modo per individuare ed uccidere tutti gli ebrei e gli ‘inferiori’ d’Europa.