Omicidio Alessandro Venier a Gemona, la mamma ha confessato di averlo fatto a pezzi da sola con un seghetto. La telefonata della nuora può ribaltare tutto
C’è una telefonata che potrebbe ribaltare quanto emerso finora sull’omicidio di Alessandro Venier a Gemona. La compagna avrebbe contattato il 112, riferendo che la suocera voleva uccidere il figlio; inoltre, presenterebbe alcuni lividi recenti sulle braccia, attribuiti alla suocera.
Sono questi alcuni dei nuovi elementi che scompigliano il quadro investigativo del delitto, che ruota al momento attorno alla confessione di Lorena Venier.
L’operatrice del 112 ha confermato di aver ricevuto una telefonata da Mailyn Castro Monsaldo e il contenuto della stessa. Quando gli operatori sono giunti nell’abitazione, la suocera ha inizialmente negato che fosse accaduto qualcosa e avrebbe anche cercato di impedire alla nuora di parlare.
Tuttavia, poco dopo, probabilmente su indicazione di quest’ultima, è stato rinvenuto nel garage il corpo smembrato di Alessandro Venier.
OMICIDIO ALESSANDRO VENIER, IL RUOLO DELLA COMPAGNA
In attesa dell’autopsia, va chiarito anche il rapporto tra le due donne, visto che la madre della vittima aveva riferito di considerare la nuora come una figlia, al punto da aver commesso quel delitto anche per proteggerla. Infatti, il figlio le avrebbe confessato di volersi trasferire in Colombia per non scontare una condanna, non ancora definitiva, per lesioni personali gravi in una vicenda extra familiare.
Ma anche questo racconto ha destato dubbi negli inquirenti, visto che la nuora ha riferito di essere contenta del trasferimento in patria. Finora la nuora ha rilasciato poche dichiarazioni, anche a causa dell’assunzione di farmaci legati a una grave forma di depressione. A parlare, invece, è stata la suocera, la quale ha accusato la giovane donna di aver ideato e pianificato l’omicidio, sostenendo che il delitto sia stato compiuto da entrambe.
In merito alla dinamica, la madre di Alessandro Venier ha raccontato di averlo narcotizzato con un medicinale sciolto in una limonata; poi gli avrebbero somministrato insulina. Una volta che aveva perso conoscenza, avrebbero provato a soffocarlo. Infine, la nuora avrebbe usato i lacci delle scarpe per finire il compagno, poi smembrato e nascosto sotto la calce acquistata su Amazon.
COSA HA RACCONTATO LORENA VENIER
Lorena Venier ha raccontato di aver proceduto da sola allo smembramento del corpo del figlio, utilizzando un seghetto e un lenzuolo per contenere il sangue. Dopo averlo diviso in tre parti, avrebbe voluto trasportarlo in montagna, luogo a cui il figlio era particolarmente legato e dove desiderava essere sepolto.
La procura di Udine, in virtù di questa confessione, accusa la madre di omicidio pluriaggravato e premeditato e di aver commesso il delitto alla presenza di un minore; alla compagna della vittima viene invece contestato di aver istigato l’omicidio e di esserne l’autrice materiale, mentre la suocera, oltre a esserne autrice materiale, sarebbe anche l’organizzatrice.
Attualmente, Mailyn Castro Monsaldo si trova in una struttura protetta a Venezia, come disposto dalla difesa, che ha anche richiesto una misura di custodia attenuata per permetterle di occuparsi della figlia neonata di sei mesi. Invece, è stato convalidato l’arresto della suocera, che si trova nel carcere di Trieste.