Omicidio Nada Cella: il 6 febbraio via al processo per Anna Lucia Cecere. Imputati per favoreggiamento Marco Soracco e sua madre, Marisa Bacchioni.

Omicidio Nada Cella: 29 anni dopo il delitto della giovane segretaria, uccisa a Chiavari nel 1996 negli uffici del commercialista Marco Soracco per cui lavorava, si apre il processo a carico di Anna Lucia Cecere, la donna sospettata di essere l’assassina. Secondo l’accusa, il movente sarebbe da rintracciare nella gelosia per le attenzioni che il datore di lavoro avrebbe rivolto alla vittima e nella volontà di subentrare al posto della ragazza proprio in quello studio.



Sul banco degli imputati anche lo stesso Marco Soracco e l’anziana madre, Marisa Bacchioni, ai quali si contestano i reati di favoreggiamento e false dichiarazioni al pm. Per la Procura, avrebbero agito condotte volte a nascondere l’identità del killer per evitare che venissero a galla presunti affari opachi legati all’attività. Sulle tempistiche del dibattimento, però, la valutazione della questione di legittimità costituzionale sollevata dalla difesa di questi ultimi (rappresentata dall’avvocato Andrea Vernazza): il processo potrebbe slittare se il giudice, in sede di prima udienza, dovesse accogliere l’istanza difensiva di rimandare il nodo alla Corte costituzionale relativamente al fatto che, come sottolineato dal legale, il rinvio a giudizio deciso in appello dopo il proscioglimento non sarebbe stato motivato (con l’effetto di intaccare il diritto di ogni imputato ad un giusto processo e a conoscere, in via preventiva, ragioni ed eventuali prove per le quali viene mandato alla sbarra). Se la Corte d’Assise di Genova accogliesse quanto eccepito, il processo potrebbe avviarsi effettivamente tra alcuni mesi.



Omicidio Nada Cella: la difesa di Anna Lucia Cecere propone 47 testimoni

Decisivo per la riapertura del giallo di Chiavari, un cold case lungo quasi 30 anni e infrantosi contro un vicolo cieco più volte nel corso delle pregresse indagini, il lavoro della criminologa Antonella Delfino Pesce, criminologo consulente della famiglia di Nada Cella. La presunta prova regina a carico di Anna Lucia Cecere, la cui posizione in passato fu archiviata, sarebbe un bottone rinvenuto sotto il corpo della ragazza e che collocherebbe l’attuale imputata sulla scena del crimine (reperto ritenuto dall’accusa compatibile con quelli rinvenuti nella sua abitazione).



Difesa dai legali Giovanni Roffo e Gabriella Martini, riporta La Stampa, Anna Lucia Cecere va a processo con una lista di 47 testimoni. Ex insegnante da tempo trasferitasi a Cuneo, la donna è accusata di omicidio volontario e in aula potrebbe tornare la centralità di un racconto fatto da un presunto testimone oculare che, secondo quanto emerso, la mattina del delitto avrebbe visto una donna uscire dallo stabile di via Marsala – dove aveva sede lo studio Soracco – coperta di sangue.