Omicidio Sharon Verzeni, Moussa Sangare capace di intendere e volere/ Il perito: "Narcisista senza rimorsi"
Nessun vizio di mente per Moussa Sangare, quando ha ucciso Sharon Verzeni era capace di intendere e volere: a sostenerlo è la perita Giuseppina Paulillo, incaricata dalla Corte d’Assise di Bergamo di esaminare le condizioni psichiatriche dell’imputato.
La relazione della direttrice dell’Unità operativa complessa “Residenze psichiatriche e psicopatologia forense” dell’Ausl di Parma è stata depositata e sarà discussa nell’udienza del 22 settembre.
Le sue conclusioni non differiscono da quelle della collega Valentina Stanga, la psichiatra nominata dal gup del processo celebrato in rito abbreviato in relazione all’accusa di maltrattamenti ai danni della mamma e della sorella, processo che si è concluso con una condanna a 3 anni e 8 mesi in primo grado.
MOUSSA SANGARE RITRATTA CONFESSIONE
Dai colloqui con il perito incaricato di fugare dubbi sulla capacità di intendere e di volere all’epoca del delitto di Terno d’Isola emerge però anche che Moussa Sangare è tornato a ritrattare la sua confessione.
Ha dichiarato di non c’entrare nulla con l’omicidio di Sharon Verzeni e che la sera del 30 luglio 2024 al massimo si era fumato due canne, quindi era alla ricerca di hashish. Eppure esiste una confessione dettagliata in un verbale, ma a tal riguardo ha parlato di una storia inventata in seguito alle pressioni subite in caserma.
Non ci sarebbe nulla di concreto, secondo Moussa Sangare, nelle accuse che gli vengono mosse; prende inoltre le distanze dalle imputazioni di maltrattamenti in famiglia, affermando che si trattava di semplici liti domestiche. Dunque si aspetta l’assoluzione dai giudici. In realtà, considerando l’impianto accusatorio e la nuova perizia, sembra delinearsi la strada verso l’ergastolo, secondo il Corriere.
LE CONCLUSIONI DELLA PERIZIA PSICHIATRICA
Per la psichiatra di Parma non c’è alcun vizio di mente, neppure parziale: Sangare è affetto da un disturbo di personalità misto, narcisistico e antisociale, che però non ha pregiudicato in alcun modo la sua comprensione della realtà. Non solo era lucido, quindi, ma è imputabile e può difendersi in tribunale.
Di Moussa Sangare viene rimarcata anche l’assenza di ravvedimento: nessun dispiacere o empatia, bensì una concentrazione esclusiva su se stesso. Appare distaccato e indifferente verso chiunque, anche nei confronti della madre, sopravvissuta a un ictus, oltre che della vittima.
Il Corriere ipotizza che le conclusioni della dottoressa Paulillo dovrebbero essere condivise dal collega Sergio Monchieri, consulente della Procura. Lo psicologo clinico Alessandro Calvo, consulente della difesa, ha invece espresso un parere opposto. Si preannuncia, dunque, una battaglia in aula sulle perizie.