Sono gli under 40 a tenere viva la pandemia. Lo ha detto Takeshi Kasai, direttore dell’ufficio del Pacifico Occidentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), nel corso di una conferenza stampa nella quale è emerso chiaramente il ruolo dei più giovani nella diffusione del coronavirus. Kasai ha spiegato che “l’epidemia di Covid-19 sta cambiando”. Questo non vuol dire, come qualcuno invece potrebbe pensare, che il virus è cambiato: significa invece che è il comportamento delle persone ad essere mutato, alimentando così i rischi per la salute propria e per quella altrui, in particolare per le fasce più deboli. L’esponente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti spiegato: “Le persone di 20, 30, 40 anni stanno sempre di più pilotando la diffusione. Molti non sanno di essere infetti e ciò aumenta il rischio di contagio dei più vulnerabili”.
OMS: “PANDEMIA SPINTA DA UNDER 40”
Che rispetto alla prima ondata l’età media delle persone contagiate si sia notevolmente abbassata viene confermato anche dai dati italiani. L’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, riferito alla settimana fino all’11 agosto, che ha registrato un’età mediana dei nuovi casi intorno a 34 anni. Kasai ha spiegato che a rischiare maggiormente, con questo andazzo, sono “anziani, malati, persone con malattie croniche e chi vive in aree urbane densamente popolate o aree rurali con pochi servizi”. Analizzando poi la situazione relativa all’area di sua competenza, Kasai, come riportato dall’Adnkronos, ha chiarito: “Siamo incoraggiati nel vedere che molti Paesi nella Regione stanno già adottando nuove strategie che aiutano a ridurre al minimo l’impatto sociale ed economico del Covid-19. Una dimostrazione che possiamo farcela. Molti Paesi ora individuano i focolai prima e rispondono più rapidamente, con interventi mirati e approcci agili che proteggono la salute, la società e l’economia allo stesso tempo”.”