Le indagini sulla morte della 13enne Chiara Carta, secondo la ricostruzione uccisa dalla madre 52enne, Monica Vinci, nella loro casa di Silì (Oristano), procedono a ritmo serrato e nel massimo riserbo. Gli inquirenti sarebbero tornati nuovamente sulla scena del crimine, un’abitazione ora sotto sequestro nel piccolo centro della Sardegna su cui ora si concentrano i rilievi della Scientifica, e sono ore importantissime per chiarirela dinamica e il movente dell’omicidio. Dopo il delitto, la madre della 13enne avrebbe tentato il suicidio gettandosi da una finestra e ora sarebbe ricoverata, in condizioni gravi ma non in pericolo di vita, con un trauma cranico e diverse fratture.
Quando il suo stato lo consentirà, emerge dalle ultime indiscrezioni, sarà sottoposta a interrogatorio. Nella storia della 52enne, separata e residente nella piccola frazione di Oristano, insisterebbero problemi psichici di cui molti, secondo quanto trapelato, sarebbero stati a conoscenza. Lo ha riferito all’Ansa anche l’avvocato Filippo Cogotti, legale del padre di Chiara Carta: “Eravamo consapevoli dello stato di disagio della donna e già nel 2015, dopo il suo ricovero per problemi psichici, avevamo presentato istanza perché venisse dichiarata incapace di intendere e di volere, ma è stata rigettata perché la donna ha presentato un certificato medico che la dichiarava idonea all’affidamento della figlia“. Uno zio della 13enne, intervistato nel corso del programma di Rai 2 Ore 14, a tal proposito ha aggiunto una riflessione: “Il padre ha perso tutto, qualcuno dovrà pur risponderne, anche di una morte non dico che fosse totalmente preannunciata però era nell’aria da tanti anni“.
Morte di Chiara, uccisa a 13 anni dalla madre a Silì (Oristano): la prima ricostruzione del delitto
A Silì, frazione di Oristano, si scava tra le pieghe della tragedia per chiarirne ogni dettaglio. Gli inquirenti lavorano a un caso complesso e delicatissimo, e il riserbo sull’accaduto è massimo anche da parte di familiari e vicini di casa. Nelle scorse ore, in attesa delle risposte che l’autopsia sul corpo della 13enne Chiara Carta potrà fornire, è emersa una prima ricostruzione del delitto. Secondo quanto riportato dall’Ansa, la vittima sarebbe stata strangolata con un cavo del cellulare e sarebbe stata colpita con circa 20 fendenti inferti verosimilmente con un coltello di piccole dimensioni.
A scoprire il corpo della minore nell’abitazione di Silì (Oristano) in cui viveva con la madre sarebbe stato il padre, Piero Carta, che l’avrebbe trovata riversa a terra, in una pozza di sangue, quando per la 13enne non ci sarebbe stato più nulla da fare. L’uomo, sconvolto dal dramma, non si dà pace. Straziante il suo messaggio per la figlia, affidato a un lungo post sui social riportato dalla stessa agenzia di stampa: “Amore di papà, so che non potrai leggere e rispondere a quello che scrivo, ma il mio cuore vuole comunicare con la tua anima. Ascoltami figlia mia, la tua vita è stata interrotta ad una tenera età. Papà non ti dimenticherà mai. Fintanto che il suo cuore batterà, continuerai a essere il primo pensiero del giorno. Ho grandi progetti per fare in modo che tu possa essere sempre ricordata ed essere un valido aiuto per gli altri. Ciao amore mio, ti amo“.