• Iscriviti alla Newsletter
  • Accedi
  • Registrati
IlSussidiario.net
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net
IlSussidiario.net
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
IlSussidiario.net
IlSussidiario.net

Home » Esteri » Medio Oriente » PALESTINA/ Ipotesi-Macron, Cisgiordania e Stati arabi, le “variabili” sulla nascita del nuovo stato

  • Medio Oriente
  • Europa
  • Usa
  • Esteri

PALESTINA/ Ipotesi-Macron, Cisgiordania e Stati arabi, le “variabili” sulla nascita del nuovo stato

Int. Vincenzo Buonomo
Pubblicato 24 Settembre 2025
Assemblea generale dell'Onu (Ansa)

Assemblea generale dell'Onu (Ansa)

La Francia riconosce la Palestina e presenta un piano per Gaza all'ONU. Ma ora bisogna agire oppure il Medio Oriente avrà un futuro armato

Francia, Belgio, Lussemburgo, ma anche Malta, San Marino e Andorra riconoscono lo Stato palestinese, ma dalla conferenza dell’ONU arriva soprattutto una proposta per il futuro di Gaza, che prevede l’istituzione di una Forza internazionale di stabilizzazione che disarmi Hamas e traghetti la Striscia verso un’amministrazione affidata all’ANP.


Certificazione dei media: cos'è e come funziona la proposta di Macron/ "Un pericolo per la libertà di stampa"


Un piano, quello presentato dal presidente francese Emmanuel Macron, che è solo sulla carta e che almeno per ora non ha i presupposti per essere realizzato, ma che indica come l’Occidente e l’Europa, spiega Vincenzo Buonomo, professore di diritto internazionale nell’Università Lateranense, debba finalmente prendere in mano una situazione che ha contribuito a realizzare con i suoi silenzi e le sue omissioni e che rischia di destabilizzare definitivamente un’intera area.


IL NO DELLA BCE AL PRESTITO ALL'UCRAINA/ Una scelta che va oltre la difesa dell'euro


Se, come sembra, Israele è intenzionato ad annettere la Cisgiordania, la regione mediorientale rischia di vivere in un conflitto perenne, con tensioni soprattutto nei Paesi in cui verranno trasferiti forzatamente i palestinesi, anche da Gaza. Una situazione che nessuno si può permettere, di fronte alla quale una volta tanto non bastano iniziative di facciata.

Macron ha annunciato che la Francia riconosce lo Stato di Palestina e ha presentato il suo piano per uscire dalla guerra di Gaza: c’è qualche possibilità concreta che venga realizzato?

Innanzitutto il riconoscimento di uno Stato, proclamato in questo caso da oltre due terzi dei membri dell’Assemblea generale, ha una valenza politica. Non è che per questo nasce lo Stato di Palestina, ma è un dato significativo, sta a dire che gran parte della comunità internazionale ritiene che il popolo palestinese abbia dritto a uno Stato. Non è una novità, ma viene ribadito in un momento in cui questo principio viene messo in discussione. Inoltre i Paesi che hanno operato questo riconoscimento fanno una netta distinzione tra la realtà di Hamas e quella del futuro Stato palestinese.


POST-IT/ Il Generale e i Banchieri in guerra (fra loro, sulla fine della guerra)


Lo stesso Abu Mazen nel suo intervento ha preso le distanze da Hamas in modo netto, per quello che sta facendo e perché mantiene in scacco gran parte della popolazione palestinese.

Il leader dell’ANP da tempo critica duramente Hamas e il suo operato. Dove porta questa posizione?

Il problema è renderla operativa. Occorre capire se nella compagine palestinese Hamas è, come tutti dicono, una frangia isolata o se ha ancora degli addentellati nel contesto del variegato Parlamento palestinese.

Macron per uscire dalla guerra ipotizza una forza di stabilizzazione di Gaza che provveda anche al disarmo di Hamas. È una soluzione praticabile? O almeno può costituire una base per costruire una soluzione?

In questo momento credo che sia una delle possibili basi di discussione. Ci sono due posizioni che sembrano inconciliabili: c’è chi ritiene che debba nascere uno Stato secondo i confini stabiliti dagli accordi di Oslo, ma questo, guardando la situazione che si è determinata, è abbastanza difficile. E dall’altra parte c’è la posizione israeliana o, meglio, dei coloni israeliani, che continuano l’occupazione, soprattutto in Cisgiordania, facendo venire meno la parte territoriale del futuro Stato.

La presenza di una forza internazionale per Gaza può aiutare?

Può essere la soluzione. Mi chiedo, però, quali Paesi metterebbero a disposizione le loro forze per un gruppo multinazionale che garantisca la transizione dalla situazione attuale allo Stato palestinese. Questo è il primo punto interrogativo. La Francia ha degli interessi precisi, rimane il Paese che garantisce i cristiani in Terra Santa, e quindi credo che abbia una visione di ciò che è possibile realizzare. Il problema è come mettere insieme altri Paesi, perché questa posizione non è stata ripresa da tutti coloro che hanno riconosciuto lo Stato palestinese. Lo stesso Regno Unito non si è sbilanciato.

Si parla del disarmo di Hamas, ma una cosa è dirlo, un’altra è farlo: l’organizzazione non è intenzionata a deporre le armi, ci devono essere Paesi disposti a farle la guerra per questo?

Preghiera comune sui corpi dei palestinesi rimasti uccisi nel bombardamento israeliano dell’Ospedale Nasser, Khan Younis, Gaza, 25 agosto 2025 (Ansa)

Oppure Paesi che non dovrebbero più rifornire di armi Hamas: se ha un arsenale continuamente rifornito, vuol dire che c’è qualcuno che lo consente. Qui è importante verificare la buona fede di Paesi che in qualche modo lo hanno sostenuto. Se i collegamenti di Hamas sono con l’Iran o con frange ancora presenti in Siria, o anche con il Qatar, la loro posizione dovrebbe modificarsi, non semplicemente dichiarando di volere una stabilizzazione dell’area, ma sottraendo quello che può essere la linfa vitale per Hamas in termini di aiuto economico e di fornitura di armi.

Contemporaneamente si parla di un’imminente dichiarazione di Israele per annunciare l’annessione della Cisgiordania: sarebbe la pietra tombale su tutte le possibilità di trovare una soluzione diplomatica alla crisi, non crede?

Sarebbe un atto politico che ha notevoli ricadute, penso all’atteggiamento dei coloni, soprattutto la parte più estrema, che approfittando di questa dichiarazione si riterranno autorizzati a proseguire nella conquista del territorio. Significherebbe relegare ai manuali di storia diplomatica l’idea dei due Stati-due popoli.

Se Israele dovesse scegliere questa strada rifiuterebbe qualsiasi altro piano. Si entrerebbe in un vicolo cieco?

Penso che nella fase attuale possa essere una dichiarazione di ordine politico, anche perché calarla sul terreno in termini di presenza militare non credo che sia una cosa facile e imminente. Vorrebbe dire combattere quotidianamente. Soprattutto poi se si vorrà procedere al trasferimento forzato dei palestinesi di Gaza. Per questo a una dichiarazione del genere darei un valore politico: rendere praticabile l’annessione è un problema. E allo stesso tempo lì si gioca la credibilità dei Paesi che in questo momento riconoscono lo Stato di Palestina, che dovrebbero agire sul piano della pressione politico-diplomatica. L’annessione significherebbe destabilizzare in modo definitivo quell’area.

Quindi hanno ragione i Paesi arabi secondo i quali l’annessione della Cisgiordania è la linea rossa da non superare?

Certo, perché, appunto, porterebbe a una destabilizzazione quotidiana, una sorta di Fort Apache che dovrebbe essere difeso continuamente. Non è soltanto sradicare completamente un popolo. Lo abbiamo visto anche nella vicenda dei curdi, in cui abbiamo assistito a una destabilizzazione quotidiana dei Paesi in cui sono stati portati forzatamente.

L’iniziativa francese ha i numeri e i requisiti per essere presa in considerazione? Molti analisti dicono che l’Occidente si è svegliato tardi e con le ultime iniziative vuole mettere solo una foglia di fico sui suoi errori. È così?

Queste iniziative sono anche il frutto di una pressione che le opinioni pubbliche dei Paesi europei stanno esercitando sui loro governi per una situazione accentuata da un conflitto aperto e armato, ma che non è nata oggi. Anzi, l’Europa era ben cosciente di quali potevano essere gli sviluppi. Ora ci si è svegliati perché ci si rende conto che siamo davanti a un baratro, una forte destabilizzazione che non si può controllare. Il pericolo riguarda il contenimento di un’area che altrimenti diventa soltanto conflittuale, con interessi economici di natura diversa che si stanno realizzando e ai quali gli europei, come i Paesi arabi, non vogliono rinunciare.

Stavolta, insomma, l’Occidente è obbligato ad affrontare seriamente la questione palestinese e mediorientale?

Deve dare una risposta. È nell’interesse dello stesso Israele, per non avere un futuro che sia quotidianamente armato.

(Paolo Rossetti)

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI

Tags: Emmanuel Macron

Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie di Medio Oriente

Ultime notizie

Gli archivi del canale di Medio Oriente

ilSussidiario.net

il Quotidiano Approfondito con le ultime news online

  • Privacy e Cookies Policy
  • Aiuto
  • Redazione
  • Chi siamo
  • Pubblicità
  • Whistleblowing
  • MOG 231/2001
  • Feed Rss
  • Tags

P.IVA: 06859710961

  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Accedi

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net