Panatta vs Piqué: sfogo dell'ex tennista verso lo spagnolo, che vuole eliminare la seconda di servizio dalla Coppa Davis.
PANATTA VS PIQUÈ: LO SFOGO SULLA COPPA DAVIS
Panatta vs Piqué: lo sfogo dell’ex tennista azzurro Adriano Panatta non è passato inosservato, andato in scena alla Domenica Sportiva e che riguarda la Coppa Davis. Per capire di cosa si tratti, bisogna tornare indietro di sei anni: Gerard Piqué, ex difensore del Barcellona e della nazionale spagnola, con la sua società Kosmos aveva preso possesso della Coppa Davis stravolgendone la formula. Ne avevamo parlato anche noi, sottolineando qualche punto oscuro: se da una parte il tentativo di restituire vigore a una competizione in decino era nobile, dall’altro era abbastanza evidente come certe modifiche al regolamento “osassero” troppo nei confronti della sacralità del tennis, uno sport che nel corso degli anni ha cambiato davvero poco proprio perché ancorato a certe tradizioni ferree.
Su questo si è concentrato l’intervento di Panatta, uno che la Coppa Davis l’ha giocata e anche vinta: “Perché Piqué non si occupa di calcio?” ha sbottato, cosa che tra l’altro lo spagnolo ha anche fatto visto che è l’ideatore della Kings League, da poco sbarcata anche in Italia. “Sarebbe come se uno comprasse i Mondiali di calcio e decidesse di far tirare i rigori solo alla fine di un tempo”. L’esempio può sembrare azzardato, ma calza: la nuova proposta di Piqué per la Coppa Davis sarebbe quella di eliminare la seconda di servizio, perché gli spettatori “vogliono vedere il punto” mentre in questo modo si perderebbero trenta secondi. Un affronto secondo Panatta, ma presumibilmente non solo lui.
PANATTA VS PIQUÈ: LE NUOVE MODIFICHE ALLA COPPA DAVIS
È dunque Panatta vs Piqué sulla Coppa Davis: del resto il discorso che si faceva sei anni fa resta attuale e, se l’aver ridotto la durata dei match alla distanza dei tre set ci può stare (era già stato fatto, all’inizio del terzo millennio, con le finali di quelli che oggi si chiamano Masters 1000, per non parlare poi della riduzione ancora precedente in ogni singolo torneo che non fosse uno Slam), sul resto i punti di domanda sono aperti, per esempio sulla fase a gironi ma anche sulla distanza dei “tier”, che da cinque partite è passata a tre. Certamente un modo per snellire, ma che non ha convinto: da competizione estenuante ma per questo durissima da vincere, la Coppa Davis è passata a una sorta di intrattenimento senza più l’anima.
Questo almeno quello che da qualche parte si pensa; sembra allora che Panatta sia stato in qualche modo ascoltato, perché da quest’anno sono cambiate altre cose e, per esempio, la fase a gironi (cervellotica e poco appariscente) sarà sostituita da un turno ad eliminazione diretta, mentre le nazionali qualificate di diritto saranno solo quella ospitante le Finali (per la quale sono anche cambiati i criteri di elezione) e la campione in carica, in questo caso l’Italia. Riguardo invece la seconda di servizio, difficilmente si arriverà davvero ad eliminarla ma con Piqué è davvero tutto possibile, dunque si tratta di stare a vedere…
