Chi è Paolo Borsellino? Lo scopriremo questa sera in occasione del film sul giudice antimafia in onda su Tv2000: una breve bio
Chi era Paolo Borsellino? Lo scopriremo questa sera nel film in onda su Tv2000 dedicato a quello che è stato uno dei più grandi giudici antimafia di sempre e che purtroppo ha perso la vita durante la strage di via d’Amelio del 1992, ucciso sotto la casa della madre.
Paolo Borsellino sapeva di essere un “dead man walking”, un “morto che camminava” e lo aveva capito quando Giovanni Falcone venne ucciso pochi mesi prima nella strage di Capaci, ma anche fin da quando decise di combattere nella sua Palermo Cosa Nostra, la mafia che ha comandato l’Italia fino agli anni ’90. Paolo Borsellino era originario proprio dello splendido capoluogo siciliano, dove nacque il 19 gennaio del 1940, in quel di Kalsa.
Nel corso della sua gioventù frequentò il liceo classico Meli e fu proprio lì, fra quelle mura, che incontrò per la prima volta Giovanni Falcone, quello che è sempre stato un collega ma ancor prima un amico. Una volta diplomatosi decise di iscriversi all’universìtà dove si laureò a soli 22 anni in giurisprudenza, ottenendo anche la lode. L’anno dopo, scampato il militare essendo morto il padre e unico sostegno per la famiglia, partecipò ad un concorso per diventare magistrato ottenendo il posto e divenendo il più giovane magistrato della storia italiana: aveva solo 23 anni, ed era già un fenomeno.
PAOLO BORSELLINO CHI E’, LA SUA CARRIERA DA MAGISTRATO
Iniziò a lavorare a Enna, quindi a Marsala, dove divenne pm e dove iniziò a masticare la realtà della criminalità organizzata di Trapani, la città che sarebbe diventata il fulcro di Cosa Nostra dopo l’arresto di Totò Riina e Bernardo Provenzano. Il ritorno a Palermo avvenne una decina di anni dopo, nel 1975, nel pieno della guerra fra clan mafiosi.
Gli omicidi erano all’ordine del giorno e nel 1980 Paolo Borsellino entrò nel pool antimafia, pronto a ripulire la città, ed è qui che ritrovò l’amico fraterno, Giovanni Falcone. I due, nonostante mille difficoltà burocratiche e corruzione, riuscirono a portare a termine alcuni importanti risultati, arrestando diversi mafiosi, arrivando così al famoso maxiprocesso del 1986, dove alla sbarra si presentarono ben 475 imputati: nonostante molti vennero assolti, Borsellino e Falcone ne assicurarono alla giustizia ben 344, fra cui diversi ergastoli.

PAOLO BORSELLINO CHI E’, IL MAXIPROCESSO E LA MORTE DI FALCONE
Fu un duro colpo per Cosa Nostra che iniziò a meditare piano piano vendetta: quel giudice era troppo bravo e come lui l’amico Falcone. Borsellino venne quindi messo sotto scorta a causa delle continue minacce, ma non indietreggiò, proseguendo indefesso nel proprio lavoro, anche a causa di una faida interna presso la procura di Palermo.
Dopo un breve ritorno a Marsala nel 1992 rientrò nella sua città natale, di fatto un trasferimento che gli segnò la vita. A maggio di quell’anno venne ucciso Falcone e lui è determinato a scoprire chi sia stato ad ammazzarlo, ma sa benissimo che ormai ha i giorni contati: 57 giorni dopo la strage di Capaci, il 19 luglio del 1992, venne ucciso da un’autobomba con 90 chilogrammi di Tritolo che fece esplodere di fatto tutto il quartiere. Insieme a lui morirono cinque agenti della scorta.
