Paolo Bosisio è il Preside de Il Collegio, il docu-reality trasmesso in prima serata su Rai2. Al via la sesta edizione del seguitissimo reality che racconta la vita di alunni teletrasportati in diverse epoche. Quest’anno i giovani allievi del Collegio si ritroveranno a vivere presso il Collegio Regina Margherita di Anagni negli anni 1977. Un anno particolare che lo stesso preside ha vissuto in prima persona e che ricorda così dalle pagine de Il Giorno: ” ho ricordi molto bui di quel periodo. Io lavoravo come assistente di letteratura italiana alla Statale di Milano e mi ricordo soprattutto gli anni di piombo, le manifestazioni e, in alcuni casi, le gambizzazioni e gli omicidi”. Un contesto storico sicuramente difficile per i ragazzi che potranno però conoscere fatti ed eventi che hanno segnato la storia del nostro paese.
Negli anni Settanta sono successe cose bellissime nel panorama artistico e musicale. Il 1977 è l’anno delle prime trasmissioni Rai a colori, delle radio libere e de “La febbre del sabato sera”. Quest’anno infatti nel collegio ci sarà una radio gestita dai ragazzi, sulla falsariga delle prime radio libere di quel tempo. Gli anni di piombo invece rimarranno un po’ sullo sfondo” – ha detto il severo preside.
Paolo Bosisio: “Nella mia vita sono stato davvero un preside”
Paolo Bosisio nella vita è stato davvero un preside. Non solo quindi preside ne Il Collegio, ma anche in varie scuole. A rivelarlo è stato proprio il professore che dalle pagine de Il Giorno ha raccontato: “nella mia vita sono stato davvero un preside, ma tengo a precisare che quello non sono io. Ad ogni stagione cerco di modulare il personaggio sulla base dell’anno in cui ci troviamo”. Se nella prima stagione è stato un preside severo e autoritario, quest’anno le cose saranno leggermente diverse come ha anticipato proprio Bosisio: “quest’anno invece ci sarà più disponibilità a dare spazio alle istanze dei ragazzi”.
Una cosa è certa: la partecipazione al docu-reality di Rai2 ha cambiato la sua vita: “ha avuto n impatto abbastanza forte. Non passa giorno che non venga fermato in strada per fare un selfie. Sia chiaro: sono cose che faccio molto volentieri, ma quando torno in università, un po’ mi secca. Lì continuo ad essere il professor Bosisio”. Infine parlando del grande successo del programma ha detto: “la mia ipotesi è questa: i giovani d’oggi, che crescono in famiglie molto permissive, hanno un bisogno viscerale di regole. Questo programma ha il vantaggio che non li obbliga al rispetto, ma li mette in un’atmosfera ordinata. Il vero miracolo però è che i ragazzi guardino il programma insieme ai genitori”.