Papa Leone XIV ai vescovi dell'Amazzonia ribadisce la centralità della missione cristiana concreta: “annunciare Cristo, mai essere schiavi della natura”
“PRENDERSI CURA DELL’AMBIENTE SENZA RIMANERNE SCHIAVI”: IL MONITO DEL PAPA AI VESCOVI DELL’AMAZZONIA
Lo abbiamo ormai imparato a conoscere, anche nei discorsi e nei messaggi più “semplici” che quotidianamente vengono preparati e inviati a diverse realtà cattoliche nel mondo, Papa Leone XIV non rinuncia mai all’insegnamento e alla testimonianza del Vangelo di Gesù nei contesti particolari citati: così come emerge nell’ultimo telegramma inviato ai vescovi della Conferenza Ecclesiale dell’Amazzonia, è piuttosto netto l’invito a non dimenticarsi mai di prendersi cura della casa comune senza però scadere nella “sottomissione” o peggio “schiavitù” della natura stessa.
Nel telegramma inviato lo scorso 18 agosto 2025 in 5 lingue ai vescovi protagonisti nel 2019 nel controverso Sinodo dell’Amazzonia – e firmato dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin – il Santo Padre si fa vicino ai propri fratelli riuniti fino al prossimo 20 agosto a Bogotà (Colombia) per la Conferenza annuale dei vescovi dei Paesi amazzonici: indirizzato al cardinal Barreto, presidente della CEAMA (dove trovano spazio anche laici, chierici e religiosi), Papa Leone XIV ribadisce il sacrosanto dovere e diritto di prendersi cura della Casa donata da Dio all’umanità – ovvero l’ambiente – in modo che nessuno possa distruggere i beni naturali ricevuti.
Il Pontefice compie però un passo in più dal momento che invita caldamente a non commettere il peccato opposto: «nessuno si sottometta a essi come schiavo o adoratore della natura». A margine del Sinodo dei vescovi dell’Amazzonia era esplosa la polemica per alcune cerimonie avvenute all’interno dei Giardini Vaticani davanti a Papa Francesco in cui si mettevano in scena preghiere e rituali alla dea pagana Pachamama.
Al netto delle polemiche all’interno di un vasto Sinodo dal risultato interlocutorio, specie sul tema assai delicato dei “viri probati” (uomini sposati di forte fede che possano sostituire i preti in alcune funzioni nelle comunità sperdute della Foresta Amazzonica), l’invito di Papa Leone XIV è quello di ben distinguere cosa è fede concreta, cosa è rispetto per l’ambiente e cosa è invece pericolosa sottomissione a non precisate “divinità” naturali.
LA CENTRALITÀ DELLA COMUNIONE E L’IMPORTANZA DELLA TESTIMONIANZA CRISTIANA: L’APPELLO DI PAPA LEONE XIV
Nel resto del comunicato firmato dal Card. Parolin, Papa Leone XIV esprime la sua più cara vicinanza all’intera Conferenza dei vescovi dell’Amazzonia, alcuni dei quali conosciuti durante i suoi lunghi anni di missioni in Perù e nell’America Latina: l’invito è quello di vagliare le varie vocazioni della Chiesa, cercando il modo di poter aiutare concretamente i vescovi diocesani e i vicari a poter operare la propria missione in condizioni non facili.
Sulla scia delle preoccupazioni manifestate da Papa Francesco all’epoca del Sinodo, anche Leone XIV rileva la centralità delle tre dimensioni missionarie nel particolare contesto dell’Amazzonia: in primo luogo la missione di annunciare il Vangelo a tutte le genti, poi il trattamento equo dei popoli presenti, e infine la cura della casa comune. L’essenzialità più importante però è quella che sia Gesù Cristo ad essere annunciato «nell’immensa chiarezza e carità tra gli abitanti dell’Amazzonia».
Papa Leone XIV lancia un appello ai vescovi e i responsabili delle comunità cristiane dell’America Latina affinché si possa consegnare a tutti l’eucaristia, il pane e corpo di Cristo, il modo unico per essere vero popolo di Dio. La preoccupazione per quelle aree dove un prete non riesce a coprire l’intera presenza di comunità cattoliche permane, anche se Papa Leone XIV non intende per il momento aprire alla possibilità di “viri probati”. Non bisogna disperare, conclude il Santo Padre, in quanto la certezza della storia cristiana è vicina a chiunque è operatore di carità e missione: «laddove si predica il nome di Cristo, ogni ingiustizia arretra in modo proporzionale».