La visita di Papa Leone XIV al Quirinale dal Presidente Mattarella: i due discorsi, l'appello di pace e il ringraziamento della Chiesa al Governo italiano
IL DISCORSO DI PAPA LEONE XIV DAVANTI A MATTARELLA E IL GOVERNO ITALIANO
Era la prima storica visita di Papa Leone XIV al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e un doppio discorso tenuto al termine del colloquio privato danno il senso della pregnanza dei tanti temi nazionali e internazionali, così come rinsalda l’unicità del rapporto tra Chiesa e Stato Italiano a quasi 100 anni dalla firma dei Patti Lateranensi. La pace, la denatalità, i migranti, e poi ancora la tradizione della fede, l’impegno per la difesa della vita: tanti gli spunti dati dal Santo Padre nel suo accorato discorso davanti anche a tutto il Governo Meloni al completo.
«Ringrazio di essere qui al Quirinale dove la storia di Chiesa e Italia si incontrano più volte: rinnovo il forte legame tra la fede di Pietro al popolo italiano che Lei rappresenta»: così Papa Leone XIV nel suo discorso tenuto davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della prima storica visita dall’inizio del Pontificato. Il connubio tra Italia e fede cattolica fonda le proprie origini nei secoli: «fede genuina e solida ci testimonia tanta bellezza artistica, morale e umana nella storia fino ad oggi».
Il ringraziamento del Papa va al Paese intero per quanto l’Italia sta compiendo durante questo anno di Giubileo: «sicurezza, gestione, infrastrutture, servizi e molto altro, aprite le vostre braccia e mostrate il volto ospitale a pellegrini in ogni parte del mondo, vi ringrazio!». La Chiesa celebra il Giubileo della Speranza, continua il Santo Padre facendo riferimento al proprio predecessore Papa Francesco, e occorre «non farsi sorprendere da male e violenza». Il segno di speranza che proviene in queste settimane tanto in Italia quanto nel mondo è concreto: «è importante la reciproca distinzione degli ambiti di Chiesa e Stato, come proviene dalla collaborazione nei Patti Lateranensi».
Papa Leone XIV riconosce quanto i tempi moderni scorgono sofferenza e violenza, «servono impegni lungimiranti e urgenti, come quello per la pace»: Benedetto XV e Pio XII già lo dicevano ad inizio Novecento condannando i venti di morte e distruzione che già imperversano, così come Giovanni XXIII riconosceva che ogni essere umano è persona e fratello e per questo occorre fare la pace con tutti. Il Papa americano rinnova l’appello di pace in ogni parte del mondo, promuovendo principi di «giustizia, umanità e collaborazione, oltre ad equità».
IL GRAZIE DEL PAPA AL GOVERNO SU GAZA: GLI APPELLI CONTRO LA DENATALITÀ
Papa Leone XIV ringrazia l’impegno del Governo italiano riconoscendolo come fondamentale nell’aiutare i bambini di Gaza e tante altre realtà di guerra, «sono contributi forti ed efficaci per una convivenza pacifica e prospera a livello umano»: il valore del multilateralismo è quanto mai necessario e centrale per adottare «soluzioni condivise», e serve fare ancora molto di più secondo il Santo Padre. Nel suo discorso al Quirinale Papa Prevost ricorda la testimonianza del Paese italiano alla cultura di bellezza, apertura, incisività e speranza: serve fare ancora tanto per «sostenere la famiglia, contrastando la denatalità, garantendo a tutte le famiglie il sostegno di un lavoro dignitoso con condizioni eque che consentono la maternità e la paternità».
Papa Leone XIV invita lo Stato a sostenere tutte le famiglie per far crescere la società rispettando la vita in tutte le sue fasi, dal concepimento fino al momento della morte: il sostegno continuo sull’accesso ai medicinali, così come l’impegno per gli aiuti ai migranti, sono elementi riconosciuti dalla Chiesa Cattolica negli sforzi profusi dall’Italia. Serve una maggiore e costruttiva integrazione con i migranti, «integrare l’altro senza paura e con cuore aperto», e al contempo serve sempre rispettare la cultura e i valori che contraddistinguono la nostra nazione.
Leone XIV ravvisa una certa spiacevole tendenza per cui non si apprezza quasi o per niente i modelli e valori maturati nei secoli che invece «segnano la nostra identità culturale», alle volte addirittura pretendendo di «cancellarne la rilevanza storica e umana». L’invito è dunque di non disprezzare mai ciò che invece i nostri padri hanno vissuto e ciò che hanno trasmesso alle generazioni future. «Basta massificazione, serve avere a cuore la memoria di chi ci ha preceduto, seguendo la tradizione che vi ha portati fino ad oggi». L’Italia ha una ricchezza enorme, spesso umile e “nascosta” che va ricoperta per affrontare insieme le sfide importanti del futuro di questa società.
COSA HA DETTO IL PRESIDENTE MATTARELLA DOPO L’INCONTRO CON IL SANTO PADRE AL QUIRINALE
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poco prima dell’intervento di Papa Leone XIV, ha tenuto un lungo discorso dove ha toccato diversi temi riguardante la pace globale, gli sviluppi di una società in fervente crescita, con tanti segnali di speranza e qualche pericolo da non sottovalutare: citando le parole del Santo Padre nei suoi primi mesi di Pontificato, «serve disarmare gli animi e disarmare le parole per poter realmente favorire la pace», incitando tutti gli attori politici a rifuggire qualsiasi «esaltazione dei contasti», quando invece occorre coltivare una maggior comprensione e dialogo.
La “scintilla di speranza e pace”, apprezzata da Papa Leone XIV nel suo Angelus della scorsa domenica dopo l’accordo di pace a Gaza, viene citata anche da Mattarella invitando l’intero Paese a sostenerla con convinzione: la liberazione degli ostaggi e la tregua a Gaza sono un punto di inizio fondamentale che deve avere però il seguito delle prossime tappe di pace.
Spesso tra l’altro nei conflitti di guerra in corso nel mondo, non solo a Gaza, sono le comunità cristiane ad essere prese di mira, proprio «per il ruolo di stabilizzazione e di moderazione che tradizionalmente esercitano, in particolare nel Vicino Oriente», riconosce il Capo dello Stato ribadendo come la democrazia ancora oggi è l’unico vero antidoto ad ogni tipo di conflitto.