L'Udienza Generale con Papa Leone XIV oggi 10 settembre 2025: il dolore, la guerra e la speranza anche quando tutto sembra perduto
LA CATECHESI DI PAPA LEONE XIV SUL GRIDO DI DIO E SULLA SPERANZA DI CRISTO: L’UDIENZA GENERALE DEL 10 SETTEMBRE (SOTTO LA PIOGGIA)
Sotto una pioggia fastidiosa, appena giunto da Castel Gandolfo dopo la visita lampo tenuta ieri, Papa Leone XIV conferma il suo grido di dolore e di speranza per una pace che nel mondo tarda ad arrivare: ieri con i giornalisti aveva ammesso che gli scenari internazionali, tanto in Medio Oriente quanto in Ucraina (ma in questi mesi ha più volte citato altri teatri di guerra molto più “silenziosi”, dal Sudan al Congo, da Haiti al Nepal fino al Sud Est asiatico), preoccupando non poco e sono «molto gravi».
Nell’Udienza Generale convocata oggi 10 settembre 2025 in Piazza San Pietro, sotto una pioggia battente, il Santo Padre ha incontrato migliaia di fedeli per la catechesi del mercoledì dedicata alla figura di Cristo Gesù nostra speranza: in particolare è sul momento della morte del Signore, sul quel Suo ultimo respirò gridando, che si concentra la testimonianza del Papa agostiniano. In quel grido dato da Gesù in croce, ringraziato e pregato davanti a tutta la Piazza all’inizio dell’Udienza Generale, v’è tutto il cristianesimo: «dolore, abbandono, fede e offerta».
Nel mistero dell’agire cristiano vi è infatti, anche nel punto più basso e drammatico dell’esistenza, la possibilità sempre di incontrare la Luce di uno Dio che si fa uomo e carne per venire incontro e salvare ogni proprio figlio: in quel grido riportato dai Vangeli – “Dio perché mi hai abbandonato?” – non c’è una crisi di fede di Gesù, ma la sincera verità portata all’estremo dolore.
È in quel momento che il Cielo si fa partecipe di quel dolore e interviene: davanti alla manifestazione dell’offerta più grande possibile, dare la propria vita per i propri amici, è lì «che riconosciamo un Dio che non resta distante, ma attraversa fino in fondo il nostro dolore». È in quel grido ultimo che in realtà si manifesta la vera speranza, è nella prova estrema infatti che possiamo «imparare il grido della speranza», rileva ancora Papa Leone XIV davanti a quasi 40mila fedeli in piazza.
IL “VALORE” DEL DOLORE E IL CAMMINO VERSO DIO CHE SI FA INCONTRO CON AMORE
«È lì, in quell’uomo straziato, che si manifesta l’amore più grande. È lì che possiamo riconoscere un Dio che non resta distante,»: anche al termine della catechesi dell’Udienza Generale, Papa Leone XIV rilancia il tema della speranza che sola può portare la pace reale e incarnata. Un grido di speranza che giunge nella prova più dura non per ferire ma per poterci affidare ancora di più, aprendo il proprio cuore all’amore più grande del Signore: concludendo la testimonianza in Piazza San Pietro, il Pontefice sottolinea come solo davanti alla fiducia e libertà dei figli di Dio è possibile udire la sofferenza del Cristo per un’umanità ferita, «punto sorgivo di speranza per ognuno di noi».
È come se avesse un “valore” il dolore, e non certo per un malcelato problema di “masochismo”: il punto non è soffrire per poter essere salvati, ma il contrario, la salvezza arriva anche nel momento in cui tutto sembra perduto. Papa Leone XIV è incessante nel ricordare con amore e pazienza quel “grido di speranza” che spalanca i cuori verso quel Padre che si fa incontro: anche in momenti gravissimi come quelli contemporanei, davanti a vittime innocenti di guerra, occorre «pregare per tutti, specialmente per i bambini coinvolti nei conflitti». Dall’Ucraina a Gaza, Papa Prevost chiede all’intera assemblea di dedicare preghiere e progetti di pace «a tutti gli innocenti colpiti dalle guerre».