L'appello di Papa Leone XIV ad Hamas per accettare “il piano realista di Trump su Gaza” e l'udienza generale sulla pace di Cristo che perdona
IL PIANO SU GAZA E IL REALISMO APPREZZATO DALLA CHIESA: COSA HA DETTO PAPA LEONE XIV A CASTEL GANDOLFO
Il movimento terrorista di Hamas ha 3, massimo 4 giorni, per rispondere al piano di pace presentato dal Presidente USA Donald Trump, già accettato dal Premier di Israele Netanyahu: secondo Papa Leone XIV, giunto ancora ieri sera per una nuova visita “lampo” a Castel Gandolfo come ormai ciclicamente da oltre un mese, il piano americano è tutt’altro che irrealizzabile. Sentito dai giornalisti assiepati sotto Villa Barberini, il Santo Padre ha definito molto realista il piano presentato per porre fine alla guerra tra Israele e i palestinesi, con l’appello rilanciato affinché Hamas possa accettare tale proposta.
«È una proposta realista, spero l’accettino», ha detto Papa Leone XIV commentando il piano per la pace su Gaza in 20 punti, aggiungendo come l’importanza del cessate il fuoco è ormai dirompente su ogni altra evoluzione, «Ci sono elementi molto interessanti in quel piano», ammette il Pontefice apprezzando il lavoro americano accettato già da larga parte del mondo arabo.

A domanda diretta sul caso Flotilla e sulle violenze continue a Gaza, il Papa rileva la difficoltà estrema della situazione in atto in queste ore: da un lato infatti resta il desiderio di rispondere ad una emergenza vera e umanitaria, dall’altra vi sono «tanti elementi», anche se la speranza è che vi sia sempre il pieno rispetto di tutti «evitando ogni tipo di violenza».
L’UDIENZA GENERALE, LA “PACE SIA CON VOI” E LE FERITE RISANATE DALLA MISERICORDIA
Mentre proseguono gli appelli politici e non sul fermare la missione sempre più pericolosa della Flotilla nelle acque vicino a Gaza, Papa Leone XIV è tornato in Vaticano stamane per la consueta Udienza Generale del mercoledì: la dedica della catechesi su “Gesù Nostra Speranza” si sofferma sula risurrezione e sull’annuncio di pace di Gesù, mai così attuale come in queste ore.
«Il centro della nostra fede e il cuore della nostra speranza si trovano ben radicati nella risurrezione di Cristo»: questo punto è inalienabile per la Chiesa e da qui sgorga quella vera speranza di pace che per i cristiani non risiede in accordi politici o ideologici, ma sul riconoscimento che si è tutti fratelli in quanto figli di Dio. Partendo da questa evidenza, il Papa vuole testimoniare a tutti come l’amore e il perdono di Cristo è l’unico vero argine a violenza e soprusi, da tutte le parti esse arrivino.

«Pace a voi», lo diceva Gesù ai suoi e lo ribadisce la Chiesa tutta ai propri figli, così come a chi non è credente: il Signore mostra le proprie ferite ai discepoli dopo la resurrezione per far capire come tutto possa guarire con il perdono e l’amore, la Sua è «la pace di chi ha sofferto per amore e ora può finalmente affermare che ne è valsa la pena». A volte, sottolinea Papa Leone XIV, si tende a nascondere le proprie ferite e la propria difficoltà di perdonare per non voler sembrare vulnerabili: ebbene, conclude il Santo Padre, la sequela in Cristo porta da tutt’altra parte, ovvero verso una vera «trasfigurazione in una speranza di misericordia»
Dall’invito alla Chiesa di non amministrare mai alcun tipo di potere, mentre si invita a comunicare la gioia dell’amore e della salvezza, al resto del mondo in mezzo a terribili sofferenze e violenze (come ricorda lo stesso Pontefice parlando degli scontri atroci in queste ore in Madagascar) sempre viene ribadita la posizione originaria della Chiesa di Cristo: «il Signore ci mostra le ferite e ci dice Pace a voi». L’invito di Leone XIV è di non avere mai paura nel mostrare «le vostre ferite risanate dalla misericordia», affidandosi allo Spirito Santo che renda sempre più «testimoni di questa pace».
