Partite Iva premierà negozi, bar e attività commerciali che risultano essere in regola con gli obblighi fiscali. La norma è contenuta nel testo dell’ampia riforma del fisco ora da approvare al Senato dopo aver ottenuto l’ok della Camera, e prevede tasse senza extra sui guadagni quindi da pagare in misura fissa e zero controlli per due anni. Questa novità riguarderà soprattutto le piccole imprese che prevedono ampi margini di crescita nei prossimi periodi che quindi potranno essere avvantaggiate dal calcolo che si baserà unicamente su un importo ipotetico di reddito stabilito dall’Agenzia delle Entrate, sul quale poi andrà ad incidere la tassazione che non terrà conto per 48 mesi di eventuali entrate maggiori rispetto alla cifra lorda già concordata.
Certamente secondo le stime, saranno maggiormente premiate le piccole imprese del settore turismo che sono tra le attività maggiormente esposte ad un incremento dei profitti in aumento col passare del tempo e in base ai periodi di maggiore affluenza. Contemporaneamente la misura si propone di arginare e contrastare anche il fenomeno dell’evasione fiscale e del “nero”, ancora molto diffuso tra le piccole partite Iva in Italia.
Partite Iva in regola: “Tasse fisse per due anni e zero controlli”, i criteri di scelta
La misura che premierà le partite Iva in regola è contenuta nella legge delega, all’interno della quale ci sono anche i dettagli sulla destinazione del vantaggio fiscale. In base ai principi generali, che dovranno poi essere definiti più in particolare, saranno interessate le piccole attività come si legge nel documento, anticipato dal Corriere della Sera, definite “soggetti di minore dimensione ” Il criterio di scelta prevede che i titolari avranno libera facoltà di aderire all’offerta di Agenzia delle Entrate.
Successivamente poi sarà stabilita anche la soglia massima di fatturazione sulla quale calcolare le tasse da pagare che resteranno fisse per almeno due anni. Oltre a evitare i controlli periodici. Per accertare la regolarità degli obblighi fiscali, probabilmente verrà preso in considerazione il fattore ISA, e cioè il grado sintetico che pone le partite Iva in una classifica della stabilità, scegliendo quelle con un voto attribuito da “alto” a “molto alto”.