L’Osservatorio dei Beni Religiosi della Francia, come riportato da Le Figaro, ha stimato che il 10% del patrimonio religioso verrà distrutto oppure abbandonato entro il 2030. La speranza per il futuro delle Chiese consiste però nel cosiddetto “uso comune”. Dei circa 45.000 edifici presenti nel Paese, appartenenti a tutte le religioni, circa 40.000 sono di proprietà dei comuni, ai sensi della legge del 1905.
“Il nostro patrimonio religioso rimane un patrimonio visivo, geografico, storico, memoriale ed emotivo. Contribuisce all’identità dei nostri territori e alla bellezza dei nostri paesaggi: cosa sarebbe un borgo senza la sua Chiesa e il suo campanile?”, ha affermato il presidente Édouard de Lamaze. In un momento in cui le religioni sono in declino e le risorse pubbliche sempre più scarse, tuttavia, mantenere questi edifici risulta difficile. Da qui l’esigenza dell’uso comune. “Una riflessione costruttiva può definire le condizioni che consentono a queste strutture di conservare la loro primaria vocazione religiosa, pur autorizzando attività complementari ritenute compatibili”, ha spiegato Bertrand de Feydeau, vicepresidente della Heritage Foundation.
Patrimonio religioso, 10% distrutto o abbandonato entro 2030: la soluzione
Il vantaggio principale dell’uso condiviso è quello di evitare la desacralizzazione. Perché, una volta sconsacrata, la Chiesa viene spesso ceduta a privati. Il patrimonio religioso dunque scompare. “L’Osservatorio dei Beni Religiosi della Francia ritiene che gli edifici religiosi debbano rimanere di proprietà pubblica, perché, una volta venduti, possono essere rivenduti a chiunque, e la loro destinazione può essere contraria alla loro vocazione primaria, anche in totale contraddizione”, ha sottolineato il presidente Édouard de Lamaze.
“È importante consentire una riappropriazione e una risocializzazione degli edifici religiosi, in modo che possano giovare a tutti, credenti e non, e giustificare il denaro pubblico che viene loro destinato”, ha concordato il senatore comunista di Hauts-de-Seine Pierre Ouzoulias. Gli usi compatibili, d’altronde, possono essere diversi: in primis culturali, sociali, di beneficenza o di solidarietà.