Patrizia Reggiani, chieste condanne per la rete che avrebbe spolpato l'eredità di Lady Gucci "fragile e malata" secondo la procura di Milano

Alcune persone vicine a Patrizia Reggiani avrebbero approfittato della sua fragilità per gestire il suo patrimonio a proprio vantaggio: è quanto emerge dai nuovi sviluppi sulla battaglia giudiziaria che riguarda la gestione dell’eredità che Lady Gucci ha ricevuto dalla madre, Silvana Barbieri. Le persone coinvolte in tale vicenda, per le quali la Procura di Milano ha avanzato delle richieste di condanna, sono quattro.

Per l’ex compagna di cella, Loredana Canò, sono stati chiesti 5 anni e 6 mesi di carcere; l’ex consulente finanziario della madre della Reggiani, Marco Chiesa, rischia 4 anni e l’interdizione temporanea dalla professione di consulente bancario; mentre Marco Moroni e Mario Wiel Marin rischiano 3 anni ciascuno.

Sono accusati di essersi approfittati di una persona fragile per trarne vantaggio economico, di aver sistematicamente fatto razzia del suo patrimonio e, più precisamente, a vario titolo, di circonvenzione di incapace aggravata, furto, peculato (appropriazione indebita di beni affidati per ragioni di ufficio) e corruzione per l’esecrazione della funzione.

LA BATTAGLIA GIUDIZIARIA SULL’EREDITÀ DI PATRIZIA REGGIANI

Le accuse riguardano la gestione e l’utilizzo del patrimonio di Patrizia Reggiani, che, secondo la Procura meneghina, versa in una condizione di vulnerabilità mentale e psichica. Infatti, la procuratrice Tiziana Siciliano ha descritto Lady Gucci, in uno dei passaggi più importanti della sua requisitoria, come una “poverina fragile e malata”, diventata preda di persone che, con abilità e astuzia, hanno sfruttato norme legali per dare una parvenza di legalità alle loro azioni illecite.

In base alla ricostruzione della Procura, l’anziana sarebbe stata isolata dalla sua famiglia e privata di contatti esterni per realizzare il piano. I beni distratti sono diversi: una villa in centro, altre proprietà immobiliari, tra cui un capannone di famiglia.

Nel caso di Loredana Canò, che aveva conosciuto Lady Gucci nel carcere di San Vittore, dove stava terminando di scontare la pena per aver ordinato l’omicidio dell’ex marito, Maurizio Gucci, aveva definito la Reggiani “una gallina dalle uova d’oro”.

LE PROSSIME TAPPE DEL PROCESSO

Dopo le richieste di condanna, toccherà alle difese intervenire: parleranno il 10 giugno 2025, quindi la sentenza potrebbe arrivare il 17 giugno. In precedenza, Daniele Pizzi, che era stato amministratore di sostegno di Lady Gucci, e la presunta prestanome Maria Angela Stimoli avevano patteggiato una condanna a due anni, dieci mesi e venti giorni. Invece, per l’avvocato Maurizio Giani, che assisteva la madre di Patrizia Reggiani, c’è stata l’assoluzione con formula piena dopo il processo celebrato con rito abbreviato.