Nasce l'accordo sui migranti tra Francia e UK ma è già molto discusso: cosa hanno detto Macron e Starmer e quali problemi restano

NASCE GIÀ DEBOLE IL PATTO SUI MIGRANTI TRA FRANCIA E UK: COSA HANNO RAGGIUNTO MACRON E STARMER

A Londra lo chiamano l’accordo “uno dentro, uno fuori” e in effetti rende l’idea: Francia e UK trovano l’intesa sul patto per i migranti nel canale della Manica, che rischia però già di sgretolarsi dopo l’arrivo solo giovedì scorso di 600 irregolari sui barchini in partenza clandestina dalle coste francesi verso il Regno Unito. Macron e Starmer in conferenza stampa congiunta – nel vertice che ha preceduto la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a Roma – hanno concordato che occorre fare molto di più nel contrasto all’immigrazione illegale, con entrambi i leader ampiamente criticati dalle proprie maggioranze di Centrosinistra per un tema sulla “carta” di proprietà della “propaganda” di destra.



L’emergenza invece è reale e per tutti in Europa, di sinistra, destra o centro: per questo motivo l’accordo sui migranti tra Francia e UK di espellere chiunque provi ad entrare irregolarmente tramite la Manica si intesta di essere un progetto “pilota e innovativo”, come ha spiegato il Premier britannico. Il problema è che appunto il “uno dentro, uno fuori” rischia già di sgretolarsi davanti ai numeri di 600 o più migranti che potrebbero tentare la traversata in estate.



Barchini dei migranti nel Canale tra Francia e UK (ANSA-EPA 2025)

Il rimpatrio che potrebbe essere garantito dalle orze al momento impegnate alla frontiera UK non prevede più di 50 persone riportate in Francia a settimana: media e opposizioni a Londra e Parigi si interrogano dunque su come possa essere possibile offrire il medesimo “servizio” con numeri molto più ingenti.

Con la Brexit in termini di legge non era più possibile trasferire “normalmente” le persone giunte irregolarmente in Regno Unito verso un altro Paese europeo, servivano documenti particolari e tempi più biblici: ora Macron e Starmer esultano invece per la possibilità di procedere ad espulsioni più efficaci e veloci, ma è appunto sulla portata forse più limitata del previsto che rischia di sgretolarsi il progetto definito innovativo dai due leader di Centrosinistra.



LE ACCUSE DI MACRON ALLA BREXIT E LA DIFFIDENZA PER L’AZIONE UE

In primo luogo, l’accordo Francia-UK sui migranti deve ancora passare dal vaglio dell’Unione Europea (anche se non è chiaro se vi sarà un voto effettivo o verrà valutato dal Consiglio UE) con Italia e Spagna che osservano interessati alla vicenda dato che si rischia la possibilità che alcuni rimpatri possano essere effettuati verso le coste italo-spagnole in quanto per il Regolamento di Dublino sui migranti vale la domanda d’asilo nel primo Paese dove è stata effettuata dopo l’arrivo da Africa o Medio Oriente.

«L’accordo sarà finalizzato e firmato subordinatamente al completamento dell’esame giuridico preventivo, in piena trasparenza e intesa con la Commissione e gli Stati membri dell’UE», hanno spiegato Macron e Starmer in forma congiunta, facendo intendere che l’accordo non sarà solo bilaterale ma intende “pressare” l’Unione Europea rimasta per troppo tempo immobile o poco efficace nell’affrontare l’emergenza dell’immigrazione irregolare.

Secondo il Presidente francese parte ingente della crisi migratoria nella Manica è dovuta agli eletti della Brexit, in quanto «dalla Brexit che il Regno Unito non ha più alcun accordo migratorio con l’UE» e questo è di fatto un incentivo per i rifiutati a passare il canale verso l’Inghilterra, l’esatto opposto dei propositi dei Leaves. Per Macron il problema non era l’Europa ma la Brexit stessa ed è su questi termini che si è convinto a procedere con l’accordo con Starmer per “forzare” l’UE e al contempo contrastare un’opinione pubblica sempre più imponente davanti ai problemi dei reati commessi dagli immigrati clandestini.

«I migranti arrivati su piccole imbarcazioni saranno fermati e rapidamente rimandati in Francia», garantisce Starmer che in questo frangente particolare si avvicina molto più ai suoi predecessori conservatori a Downing Street, con grande nervosismo della maggioranza del Labour. Restano però molti dubbi, dato che Parigi garantisce di poter prendere al massimo 50 migranti a settimana, ovvero un numero vicino agli 800 all’anno: contando che vi sono stati circa 20mila arrivi dall’inizio del 2025, i conti sul nuovo progetto pilota Francia-UK sembrano già complicarsi.