Il rapporto INPS sulle pensioni anticipate è sempre più critico. Ma i motivi del calo sono decisamente evidenti e significativi.
Anche quest’anno le pensioni anticipate sono inferiori a quelle per la vecchiaia. A dimostrarlo è il rapporto dell’ente previdenziale che evidenzia un gap rispettivamente tra 98.000 e 118.000, una differenza significativa.
La differenza tra gli anni precedenti e quello attuale è legato a delle scelte politiche. Oggi il Governo Meloni starebbe spostando il focus su altri temi, mentre fino a 3 anni fa la Lega era in prima in linea per promuovere l’uscita anticipata dal lavoro.
Le pensioni anticipate non attirano: rapporto INPS
Le pensioni anticipate sono meno richieste e dall’INPS emerge un rapporto significativo, ovvero un calo di 20.000 domande rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I motivi sono comunque palesi e associabili ai requisiti troppo restrittivi.
Quota 103 ad esempio, che fin dalla sua nascita risultava “conveniente”, oggi non lo è più proprio perché prevede una restrizione aggiuntiva, che ha ridotto la platea di beneficiari.
Il cambiamento di tale misura è stato significativo, intanto perché la finestra d’attesa è importante (7 mesi nel settore privato e 2 in più nel pubblico), e poi perché a causa del calcolo sul metodo totalmente contributivo molti lavoratori sono penalizzati a causa della discontinuità lavorativa.
A conti fatti dunque, si uscirebbe dal lavoro “poco prima” e in più con un assegno previdenziale più basso. Già da qui si evince la minor convenienza anche rispetto alla Fornero.
Un abbandono graduale
Negli anni raggiungere lo stato di quiescenza con largo anticipo sembra essere un miraggio. Le fatidiche “Quote” utilizzate inizialmente dal Governo prima che arrivasse la Premier Meloni era indubbiamente più attrattive.
A dar dimostrare della tesi sono i numeri: basti pensare che nel 2022 l’Opzione Donna venne richiesta da 25.000 contribuenti, mentre dopo le nuove condizioni imposte dal Governo Meloni a partire dal 2024 avevano fatto subire un calo a 3.590.
Coloro che sfruttano le misure per le pensioni anticipate sono prevalentemente i lavoratori che hanno goduto di una carriera continuativa e che sono disposti – dopo aver sudato parecchio – a sacrificare “parte” del loro cedolino.
Contrariamente a loro, i lavoratori autonomi e anche le lavoratrici donne, rientrano nella categoria dei contribuenti che intendono lavorar di più al fine di ricevere un futuro un cedolino più ricco (proprio come da aspettative sul “pensionamento infinito“).