Aumentare le pensioni tramite il TFR non è una buona soluzione, è questo il pensiero del segretario Cgil Quagliotti.
Utilizzare il TFR per aumentare la rendita sulle pensioni sarebbe un’idea sbagliata. Questo è il pensiero espresso dal segretario del sindacato Cgil, Luca Quagliotti, che crede possa trattarsi di una “ingiustizia”.
Il trattamento di fine rapporto non è un fondo di emergenza, è una parte del salario che viene accantonato per poi pagarlo una volta conclusa la carriera. E allora perché usarlo ai fini previdenziali?
La discordanza tra le pensioni e il TFR
Quagliotti crede che l’uso del TFR per aumentare le pensioni sia concettualmente sbagliato ma anche insensato da un punto di vista “matematico”. Infatti sfruttare il fondo come rendita non è un sistema sostenibile nel lungo termine.
La liquidazione per le lavoratrici e i lavoratori non è altro che un costo, perché è frutto di sacrifici e accantonamenti previsti per ogni anno di lavoro.
Inoltre – per il segretario della Cgil – non sarebbe neppure una soluzione strutturale dato che con il calcolo contributivo la soglia minima da totalizzare è sempre più alta.
Conti alle mani con il TFR
Neanche una rendita con il TFR, secondo i calcoli stimati da Quagliotti, potrà permettere ad un lavoratore di andare in pensione a 64 anni. Oggi servono molti contributi, raggiungere l’assegno sociale minimo e poi moltiplicarlo per il coefficiente prestabilito.

Alla data attuale servirebbe un cedolino pensionistico da minimo 1.600€ al mese (corrispondono a 3 volte l’assegno sociale) per soddisfare i requisiti contributivi, ed è impossibile che si possa maturare una cifra simile con un lavoro precario e discontinuo.
Tra 5 anni circa il limite potrebbe esser rialzato a 3,2 volte il trattamento minimo sociale, ovvero altri 100€ in più (totalizzandone 1.700€). É evidente che le difficoltà aumenterebbero e la platea sarebbe sempre più ridotta.
Il pensiero del segretario della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, Luca Quagliotti, è che il Governo abbia optato per l’uso del TFR sulle pensioni come una soluzione temporanea per far pagare l’uscita anticipata ai contribuenti e non rimetterci di “tasca propria”.
