Il primo a raccogliere l’appello lanciato dal direttore de “il Giornale” Augusto Minzolini in merito ad una nuova Costituente da votare al più presto, è l’ex Presidente del Senato Marcello Pera: per il politico di lungo corso, liberale non da oggi, lo sfascio creato dalle politiche di gestione della pandemia unite alla crisi della Repubblica dal post-Tangentopoli impone una decisione rapida e “straordinaria”. «Fino al 2023 possiamo sfruttare questa fase per riscrivere la Costituzione», spiega Pera nell’intervista di Stefano Zurlo oggi sul “Giornale”. A dirla tutta, la Costituente era una proposta già avanzata dall’ex Forza Italia nei mesi scorsi, ma ora con la felice parentesi di Mario Draghi a Palazzo Chigi occorre approfittare per cambiare per davvero il Paese.
Occorre ripartire dall’agonia interminabile della Prima Repubblica, sottolinea Marcello Pera: giustizia, forma di Governo e forma dello Stato. Nei giorni caldi della riforma Crtabia, il commento dell’ex Presidente del Senato è netto, «va benissimo, ma è solo un ritocco per accelerare i processi, non chiamiamola riforma della giustizia. La Cartabia non tocca la Costituzione e dunque non scioglie i grandi nodi oggi aggrovigliati: la separazione delle carriere, l’obbligatorietà dell’azione penale, la polizia giudiziaria in mano al pm, il nuovo Csm, il ricorso in Cassazione».
COSA DOVREBBE DECIDERE LA COSTITUENTE
Secondo Pera il vero snodo che dovrebbe affrontare la Costituente riguarda la nuova forma di Governo da imprimere a questo Paese: «oggi un presidente del consiglio non può nemmeno licenziare un ministro? Nel ’48 la situazione era quella di rischio di guerra civile: uscivamo da una dittatura e il risultato, frutto di un difficile e coraggioso compromesso, fu quello di creare un equilibrio di poteri per evitare l’emergere di figure forti. Ma oggi che quell’equilibrio è diventato una paralisi questa debolezza non ha più alcun senso». Le proposte possono essere molte, dal Presidenzialismo all’americana al “semipresidenzialismo” francese (preferito da Pera), dal Premierato Uk alla Cancelleria in forma tedesca: occorre prendere una via, non si può più aspettare secondo l’esperto liberale. Una Costituente oggi significa in primo luogo l’elezione diretta del popolo con sistema proporzionale puro: «composta di 75 membri non parlamentari o membri di governo, per evitare che il governo in carica interferisca o ponga dei veti. Ha una scadenza di dodici mesi, finiti i quali il testo è sottoposto a referendum popolare», sottolinea ancora Pera prima di chiudere la sua proposta sulla futuro immediato del Paese «la Costituente serve subito». L’ex forzista invita tutti i partiti a smettere di parlare di varianti o mascherine, mentre con la svolta della nuova Carta «si occuperebbero del funzionamento della nostra democrazia»; infine il nuovo Patto, dopo un referendum popolare, sarebbe già pronto nel 2023 o nel 2024. «Fino a quella data – chiosa Pera – dovrebbe essere prorogato, con la stessa legge che istituisce la Costituente, il mandato del presidente Mattarella. Poi, i partiti ritornano sulla scena ma finalmente con uno strumento efficiente che consentirà di governare a chi avrà vinto le elezioni».