La storia del petrolio venduto alla Corea del Nord
Una recente indagine condotta dal quotidiano Financial Times Europe ha svelato che una nave russa, noleggiata da una compagnia sudcoreana, ha trasportato illegalmente del petrolio in Corea del Nord. Si tratta di una questione piuttosto importante, che riapre il dibattito sul rispetto delle sanzioni imposte, che di fatto limitano di parecchio le importazioni di petrolio nel territorio nordcoreano a 500mila barili all’anno, ampiamente al di sotto del fabbisogno energetico del paese.
La scoperta fatta dal Financial Times è stato coordinata dal think tank del britannico Royal United Services Institute che ha seguito il carico di petrolio dalla nave russa, fino alla Corea del Nord. Il greggio è stato caricato dalla nave russa, noleggiata dalla società sudcoreana Eastern Pec. A quel punto la nave, chiamata Mercury, è entrata nel Mar Giallo, tra Corea e Cina, in data 25 novembre, venendo raggiunta il 1 dicembre da una piccola imbarcazione cinese, la Shundlli. La Mercury a quel punto avrebbe trasferito parte del suo carico, come dimostra il differente punto d’appoggio sull’acqua. La Shundlli sarebbe, infine, entrata nella zona economica esclusiva della Corea del Nord, nel porto di Nampo, rinomato per i trasferimenti di petrolio. Qui sarebbe stata raggiunta da una terza imbarcazione ignota, probabilmente battente bandiera nordcoreana.
Petrolio venduto alla Corea del Nord: dubbi sulle sanzioni
La scoperta sulla vendita illegale di petrolio alla Corea del Nord, insomma, non sarebbe affatto certa, anche perché secondo la legge economica nordcoreana, la nave cinese Shundlli non ha riferito (e non è legalmente tenuta a farlo) sul suo pescato, ovvero sulle variazioni di peso dell’imbarcazione. I trasferimenti da nave a nave di petrolio, inoltre, sarebbero consentiti dalla legge internazionale, ma è altrettanto vero che molte volte vengono utilizzati proprio per nascondere i traffici di petrolio illeciti.
Il Financial Times, a questo punto, per arrivare a fondo del mistero sulla vendita di petrolio alla Corea del Nord, ha interpellato le aziende associate alle varie navi. La russa proprietaria della Mercury avrebbe confermato di averla noleggiata, mentre la Eastern Pac ha confermato la vendita all’imbarcazione cinese. Questa era stata accordata con un funzionario cinese, ignoto ai manager dell’azienda, ma che avrebbe negato, con una dichiarazione scritta, di essere intenzionato a portare il petrolio nel territorio della Corea del Nord. Infine, nessuno dell’azienda proprietaria della barca cinese avrebbe risposto ai giornalisti del FT. La storia, insomma, rinnoverebbe dei vecchi dubbi sull’applicabilità concreta delle sanzioni internazionali, nel contesto della globalizzazione e dei traffici illeciti.