Piano Pd sulla sanità, tecnici Camera bocciano legge Schlein/ “Spesa al 7,5% del PIL? Mancano le coperture”

- Niccolò Magnani

La proposta di legge Schlein sulla sanità non convince i tecnici della Camera: bocciato il piano del Pd, “non ci sono coperture”. I dati, la spesa sul PIL e i tagli

Pd, Sanità La Segretaria Pd Elly Schlein e la protesta sulla sanità (ANSA 2024, Mourad Balti Touati)

IN COSA CONSISTE LA PROPOSTA DI LEGGE SCHLEIN SULLA SANITÀ

Presentata lo scorso 26 febbraio, entrata in commissione il 12 marzo, ma sempre più rilanciata in ogni suo intervento pubblico: si tratta della proposta di legga a prima firma Elly Schlein interamente dedicata al tema della sanità, un piano “made in Pd” per portare la spesa sanitaria fino al 7,5% del PIL entro il prossimo 2028. Come spiega anche nell’odierna intervista a “La Repubblica” la stessa leader dem, la sanità è sicuramente una delle questioni «che preoccupa di più gli italiani. Quello alla salute è un diritto troppo spesso negato». Schlein accusa il Governo Meloni di aver fatto ulteriori tagli sulla sanità (accusa sempre smentita dal Centrodestra, ndr) ed è a partire da questa convinzione che fissa il nuovo piano salute del Pd volto ad aumentare gli investimenti dello Stato.

In termini pratici, la proposta di legge a firma Schlein punta a destinare almeno il 7,5% del PIL al tema della sanità, consentendo così «un piano straordinario di assunzioni finalizzato all’abbattimento delle liste di attesa», ribadisce la Segretaria dem a “Rep”. Il Governo starebbe puntando alla privatizzazione da un lato e i tagli di investimenti dall’altro: il piano Pd si offre invece l’obiettivo di aumentare fondi e risorse per evitare lo smantellamento nei prossimi anni del SSN e dell’intero welfare sociale, realizzando appieno il “diritto alla Salute” sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Come rilancia il Pd sul proprio portale online, la proposta-Schlein è composta da 4 articoli e punta a «incrementare progressivamente il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard dal 2024 al 2028, modifica alcune misure del decreto Calabria per rimuovere il tetto di spesa per il personale e introduce un piano straordinario di assunzioni». Provvedimenti poi inseriti sono anche le misure per ridurre le liste d’attesa e concorsi per il personale medico e infermieristico: da ultimo, l’Agenas sarebbe incaricata di coordinare le politiche regionali in materia di sanità.

IL NODO DEI TAGLI E IL PROBLEMA DELLE COPERTURE: SUBITO IN CRISI IL PIANO SANITÀ DEL PD

Secondo la stessa proposta di legge del Pd, le coperture finanziare per la manovra sulla sanità sono garantite tramite «le risorse derivanti dalla crescita economica prevista»; qualora però non si riuscisse a raggiungere tali obiettivi di crescita, conclude Schlein, «saranno implementate ulteriori misure per contrastare evasione ed elusione fiscale». Tale “rassicurazione” presente all’interno della proposta (in quanto ogni provvedimento discusso deve prima avere l’indicazione delle coperture, ndr) non convince affatto i tecnici della Camera che infatti nella relazione di accompagnamento alla “legge Schlein” scrivono piuttosto nettamente quanto oggi mostrato da “Libero Quotidiano”.

Passata inosservata tanto per il Pd quanto per i partiti di maggioranza, la frase da tenere d’occhio è la seguente: «la crescita programmatica prevista non garantisca le risorse necessarie alla copertura finanziaria del presente provvedimento», scrive il Servizio Studi di Montecitorio nel dossier che accompagna la proposta del Pd, concludendo che si debba valutare «l’opportunità di verificare la congruità delle disposizioni relative alla copertura finanziaria del provvedimento». È un problema di coperture, insomma, quello evidenziato dai tecnici della Camera in quanto lo schema Schlein “scommette” sulla crescita superiore a quanto previsto dal Governo nel DEF: se ciò non dovesse avvenire, ecco che la soluzione sarebbe un misto di evasione fiscale e probabili nuove tasse. A smentire poi la ricostruzione secondo cui è colpa del Governo Meloni il taglio ulteriore sulla sanità negli ultimi anni ci ha pensato il presidente della Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere Giovanni Migliore, sul quotidiano “Libero”: i problemi del Ssn, ha detto, provengono dai tagli lineari iniziati sotto il Governo Monti e proseguiti poi dagli esecutivi di Letta, Renzi e Gentiloni.

Per il Fondo Sanitario Nazionale, fa sapere il principale partito di Governo – Fratelli d’Italia – sono stati stanziati nelle ultime Manovre 3 miliardi in più per il 2024, 4 per il 2025 e 4.2 per il 2026, per un totale complessivo di 11.2 miliardi. Secondo poi quanto riporta il senatore FdI Franco Zaffini, presidente Commissione Sanità e Lavoro di Palazzo Madama, il Governo Meloni ha investito anche 15 miliardi dei fondi PNRR per la digitalizzazione degli ospedali, «l’acquisto di macchinari ad alta specializzazione e per l’abbattimento delle odiose liste d’attesa»: si cerca così di invertire la rotta, conclude ancora il senatore rispondendo alla proposta di legge Schlein sulla sanità, «ma è evidente che non si può mettere una toppa su una voragine che ci trasciniamo dietro da anni. Ed è ora di dire basta con la storiella che racconta la sinistra che mente sapendo di mentire».





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