SCENARIO/ L'”attentato” di Di Pietro manda in tilt Casini e Bersani
La proposta di un fronte anti-Berlusconi formulata da Casini per scongiurare le eventuali elezioni anticipate sembrava aver tolto Bersani dai pasticci. L’aggressione a Berlusconi e le dichiarazioni del leader dell’Idv hanno però fatto riesplodere il caso Di Pietro

La proposta di Unione repubblicana anti-Berlusconi formulata da Casini per scongiurare le eventuali elezioni anticipate sembrava aver tolto Bersani dai pasticci. Se anche il capo Udc si disponeva ad accettare una coalizione in cui fosse compreso Di Pietro, figurarsi il sollievo del segretario del Pd che si trovava sul groppone questa scomodo alleato. Invece, dopo l’attentato a Berlusconi, il “caso Di Pietro” è esploso in modo ancora più fragoroso.
L’Italia dei Valori è l’unico partito parlamentare ad aver lanciato accuse al premier colpito dalla statuetta di Massimo Tartaglia. Parole aspre, piene di risentimento che hanno riportato al centro dell’attenzione la cultura dell’area giustizialista.
In verità Bersani ha dovuto far fronte anche alle incaute dichiarazioni della presidente del’Assemblea nazionale del Pd, Rosi Bindi, anch’essa protagonista di una infelice intervista.
Ancora una volta la volontà del Pd di concorrere a creare un nuovo clima nel paese e ad affrontare i nodi politici del governo Berlusconi e non l’ordalia sulla sua persona, si è imbattuta nel radicalismo del berlusconismo più estremo. A questo punto Bersani non può probabilmente più rinviare il problema.
Nelle prime settimane della sua segreteria il nuovo capo del Pd aveva eluso il problema preferendo dedicarsi alla definizione di un nuovo profilo del suo partito con scelte anche molto significative come la decisione di non scendere in piazza per il “No B Day”.
Dopo le ultime esternazioni di Di Pietro per lui è più difficile fare finta di niente. Da un lato è pressato dal centro-destra che gli chiede di rompere con l’ex pm, dall’altra sente crescere nel suo partito la volontà di separare le strade con l’intero mondo giustizialista. Questo mondo del resto non ha fatto sconti a Bersani e cerca di esercitare su di lui la stessa pressione che ha dispiegato sui segretari precedenti. Si può andare avanti così anche per molti mesi.
Il rischio per il Pd è di essere soffocato nel lungo periodo in un abbraccio mortale con un alleato esoso e sleale. Forse sarebbe meglio aprire un conflitto esplicito. Mettere delle condizioni e/o rompere. Di Pietro è la vera palla al piede del nuovo centro-sinistra.
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