Il decreto legge a tema anticorruzione è stato rinviato con calendarizzazione ai primi di marzo. Lo ha fatto sapere oggi il ministro della Giustizia Paola Severino. Spiegando le ragioni del rinvio il ministro ha detto di aver chiesto uno spostamento contenuto, ma necessario. Il fatto è, ha aggiunto, che era necessario “partire con il piede giusto” con un testo che possa rispondere realmente al problema. Nessuno, ha detto ancora, debba pensare ci sia un rallentamento dei lavori. Il decreto dunque procede e sarà realizzato. Una materia da studiare bene, ha detto ancora Paola Severino, “compresi i numerosissimi emendamenti presentati da tutti i partiti al testo base. Bisognerà trovare la formula giusta per introdurre i cambiamenti e l’apporto costruttivo del governo: escluso il ricorso alla decretazione”. Non è da buttare nel modo più assoluto il lavoro fatto fino ad adesso. Sostanzialmente il rinvio è di pochi gironi: era infatti stato previsto al 27 febbraio, sarà adesso spostato ai primi giorni del mese di marzo. Un decreto legge per combattere l’illegalità finanziaria, sentita come problema primario, anche alla luce della dichiarazione della Corte dei conti (“L’illegalità, la corruzione e il malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce”) fatta proprio oggi che parla di una evasione dell’Iva tra le più alte dell’intera Europa, a quota 36%. Illegalità e corruzione, fenomeni definiti ancora notevolmente presenti in Italia con dimensioni molto maggiori di quanto in realtà si conosca veramente. Una problematica che l’attuale crisi economica ha reso ancora più evidente, tanto da essere cresciuto in tutta la cosiddetta eurozona. In Spagna ad esempio tocca punte ancora più alte che da noi, arrivando al 39%. Per la Corte dei conti che si è espressa in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, “Analisi accurate condotte per la sola imposta sul valore aggiunto evidenziano per l’Italia un tax gap superiore al 36%, che risulta di gran lunga il più elevato tra i grandi paesi europei, con l’eccezione della Spagna, per la quale lo stesso rapporto supera il 39%”.
Tornando al ddl antcorruzione, il ministro ha voluto sottolineare come verrà escluso il ricorso alla decretazione mentre si pensa a emendamenti governativi. Aspetti però tutti da studiare, ha detto.