NICHI VENDOLA/ Il leader di Sel: non ho firmato nessuna cambiale in bianco con Bersani
Mentre Giuseppe Civati, consigliere regionale del Pd in Lombardia, si dice pronto alla sfida delle “primarie dei progressisti”, Nichi Vendola resta a guardare. Ecco le sue dichiarazioni

Mentre anche Giuseppe Civati, consigliere regionale del Pd in Lombardia, si dice pronto alla sfida delle “primarie dei progressisti”, Nichi Vendola resta a guardare. Il leader di Sel ha infatti parlato delle possibili future alleanze in vista delle elezioni durante il suo intervento alla festa della Fiom a Torino: il governatore della Puglia non scioglie la riserva e spiega che alleandosi con il Partito Democratico ha voluto fare “una scommessa per prendere le distanze il più possibile dalla deriva populista e per provare a capovolgere il paradigma liberista”. Ma, sottolinea, con il segretario del Pd Pier Luigi Bersani “non ho firmato nessuna cambiale in bianco”. Vendola aggiunge che chiarirà ogni dubbio solo a fine mese (“ho ancora qualche problema da affrontare e da risolvere”) e di aver aspettato “per vedere come cresceva la bolla mediatica su Renzi e capire se si tratti del congresso del Pd o delle primarie del centrosinistra”. Il numero uno di Sel intende dunque aspettare che la situazione si faccia più chiara per “giocarmela sul terreno del capovolgimento epocale”. Intanto, come detto, anche Pippo Civati si candida alle primarie del Pd, aggiungendosi dunque a Renzi, Puppato e Bersani. In un’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica” ha spiegato di aver recentemente inviato una mail in sette punti ai suoi collaboratori, una lettera “riservata ma aperta”. Ciò che però non vuole, ha spiegato, “è aggiungere autocanditatura ad autocandidatura, in un effetto formicaio impazzito. La collezione di nani da giardino no. Se si riesce ad esprimere una candidatura unitaria che sia davvero alternativa a Bersani e a Renzi io ci sono, questo ho scritto. Ora vediamo se si riesce”. In ogni caso, fa sapere Civati, delle primarie “non conosciamo ancora le regole, né tanto meno sappiamo quale sarà la legge elettorale che potrebbe anche renderle inutili. Sto appunto cercando di capire se si può realizzare un fronte unitario”. Proprio sulla riforma del sistema elettorale, Civati aggiunge: “Se, ammesso che si faccia, sarà nel senso di eliminare il sistema bipolare a cosa servono primarie come queste?
E lo dico io che sono favorevole alle primarie per principio, sia chiaro. Ma se fanno un proporzionale con un terzo di liste bloccate, un Prosciuttum…”. Se invece non si dovesse arrivare a un accordo, conclude, “allora dovremo fare le primarie di collegio per eleggere i parlamentari. Lo dico e lo scrivo da anni”.
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