ELEZIONI EUROPEE 2014/ Partito Democratico (Pd), il programma elettorale
Elezioni Europee 2014, Partito Democratico (Pd): ecco il programma. L’appuntamento con le urne sta mettendo nel mirino il premier Matteo Renzi. E’ davvero un referendum sulla sua leadership?

Il programma elettorale del Partito Democratico in relazioni alle elezioni europee del 25 maggio 2014 ha come primo punto la risoluzione del problema del lavoro. Nel programma viene sottolineata l’intenzione di partire da investimenti rivolti verso i giovani con l’estensione della Garanzia Giovani anche ai disoccupati al di sotto dei 30 anni, aumentando le risorse e portandole a 21 miliardi di euro, dando così la possibilità ai giovani laureati di partecipare a progetti tesi all’innovazione aziendale e di prevedere stage aziendali a tempo e compensati. Altro obiettivo teso a debellare la disoccupazione in Europa è quello di aumentare il peso dell’industria portandolo al 20% dell’economia. Sono previsti aiuti alle aziende al fine di consentire l’assunzione assicurando la possibilità di accedere a prodotti creditizi, oltre all’immissione di una tassa sulle transazioni finanziarie per evitare di indirizzare i mercati speculativi verso l’economia reale. Altro obiettivo che il Partito Democratico si prefigge è quello di di creare le condizioni affinché le piccole e medie imprese possano essere in grado di sfruttare i fondi europei. Il comparto delle misure proposte dal Pd rivolte in aiuto al mondo del lavoro per creare occupazione, prevede anche l’eliminazione dei contratti a zero e gli stage non pagati, il rendere più funzionali i centri di collocamento, prevedere entro la fine del 2015 un salario minimo per i lavoratori, abbassare il livello di burocrazia, orientare l’interesse verso il settore del riciclo non solo per migliorare l’ambiente in cui viviamo ma anche perché settore in grado di creare occupazione, investire risorse pari al 3% del Prodotto Interno Lordo per sostenere la ricerca e l’innovazione tecnologica e non in ultimo garantire una maggiore tutela ai lavoratori sul proprio posto di lavoro nonché tutelare diversi aspetti legislativi. Il Pd nel proprio programma affronta quindi la necessità di prevedere una politica economica non più finalizzata al rigore con punti piuttosto focali come quello di allargare l’orizzonte d’azione da parte della Banca Centrale Europea dandogli la possibilità anche di dare vita a politiche monetarie espansive per evitare i rischi di una deflazione, la volontà di avere non un fiscal compact a se stante ma rivisto nell’ottica di un social compact ed un ruolo di maggiore centralità da parte della Banca Europea per gli Investimenti con tanto di creazione di un fondo che funga da supporto proprio in ottica investimenti. Il terzo punto del Pd è invece incentrato sulla necessità di prevedere una finanzia che sia finalmente al servizio dei cittadini. Tanta attenzione viene rivolte ad una serie di aspetti maggiormente sociali come l’uguaglianza dei generi favorendo l’inserimento nei board delle aziende un numero sempre maggiore di donne, la parità di salario con il conseguente abbassamento del cosiddetto gender pay gap al 2% e strumenti a favore di una visione di ricchezza della diversità con un’Europa che deve essere maggiormente rivolta all’integrazione ed alla solidarietà. Grande spazio nel programma del Partito Democratico viene data alle misure che tutelino i prodotti di grande pregio e qualità italiana ossia il Made in Italy e nello specifico con pene e tutela rispetto alla contraffazione dei prodotti alimentari italiani, maggior sostegno ai giovani che vogliono puntare sull’agricoltura aprendo un’azienda. Inoltre viene rimarcata l’importanza delle innovazione tecnologiche partendo dalla problematica della banda larga ed in particolare con il completamento del mercato unico digitale, revisione della copyright, aiuti per le start-up e le micro imprese che operano nel settore dell’ICT. Infine, si fa riferimento alla necessità da parte dell’Europa di avere maggiore coesione sia da un punto di vista politico, sociale ed economico con l’aggiunta di un certo favore da parte del Partito Democratico verso l’allargamento dell’Unione Europea ad altri Paesi.
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