Referendum trivelle / 17 aprile 2016 e il voto: Renzi, “falso dire che non si investe su rinnovabili, siamo leader” (ultime notizie oggi, 4 aprile)

- La Redazione

Referendum trivelle, voto 17 aprile 2016, le ultime notizie di oggi 4 aprile: le parole del premier Renzi dopo lo scandalo petrolio a Potenza, “spero voto fallisca, la legge l’ha fatta Pd”

Petrolio_piattaforma_mareR439 Trivelle (Infophoto)

È intervenuto poco il premier Renzi sul voto del referendum trivelle del prossimo 17 aprile, durante la Direzione del partito che verte moltissimo sulla snodo referendario. «La mia posizione sul referendum è uguale a quella di Prodi, che ha detto che le royalties debbano essere messe al servizio del lavoro sulle fonti alternative». Il premier porta dati in cui si mostra come sul tema delle rinnovabili l’Italia sia ben davanti a Francia, Germania e Regno Unito: «per chi vota a favore del referendum perché non si investe sulle rinnovabili, non c’entra niente. Noi siamo leader sulle rinnovabili, non credete alle demagogie». Anzi, Renzi rilancia, cercando di trovare una già larga misura di adesione della minoranza, non parlando mai di astensione, ma di scelta libera personale, oltre che un rilancio sul tema dell’energetico: «nei prossimi dieci anni noi non abbiamo la possibilità di fare a meno di carbone, gas e petrolio. Pensiamo che il carbone sia il male assoluto e negli ultimi due anni con Enel abbiamo deciso di chiudere tre centrali (due già chiuse), mentre altre due saranno riconvertite».

Non si placano le polemiche sul voto al referendum trivelle del prossimo 17 aprile 2016 con il sostegno a favore del Sì che si estende in tutta la penisola: l’astensione richiesta dal Pd non piace a molti, il mondo del cinema e delle televisione, con purtroppo anche alcune affermazioni che non c’entrano appieno il tema o che proprio considerano dati non reali e li credono verità inconfutabili (vedi qualche riga già sotto il capitolo sulle “bufale”), si sta schierando a difesa del mare e contro le trivellazioni. In particolare, è notizia recente di dodici artisti italiani in un video per difendere il mare italiano: l’iniziativa è di Greenpeace che ha coinvolto in un video alcuni tra gli attori, cantanti e showman più popolari della tv italiana. A favore del Sì al voto nel referendum trivelle dunque si sono schierati: Ficarra e Picone, Claudio Santamaria, Pietro Sermonti, Valeria Golino, Noemi, Piero Pelù, Nino Frassica, Claudia Gerini, Isabella Ragonese e Flavio Insinna. «Noi votiamo Sì perché bisogna cominciare a investire sulle energie rinnovabili: noi votiamo Sì perché i nostri figli voterebbero Sì», raccontano gli artisti all’interno del video prodotto da Greenpeace.

Il voto del referendum trivelle del prossimo 17 aprile 2016 sta diventando il centro degli snodi politici del governo Renzi e dell’intero panorama politico nazionale. Eppure, fino a poche settimane fa, era visto come un tema snobbato e di cui si sapeva pochissimo: rapidamente però si è trasformato in emergenza nazionale, con le relative e immancabili bufale trasmesse tra l’opinione pubblica, specie dopo il caos petrolio che ha trovalo il ministro Guidi, coinvolgendo anche Maria Elena Boschi. Il punto di grande confusione riguarda forse il tema più caro agli ambientalisti che vogliono il No-Triv, ovvero: “con questo voto al referendum si avrà lo stop a nuove trivellazioni, quindi votate sì”. Sbagliato, perché è già così con la norma vigente: infatti definire il voto del 17 aprile un referendum contro le trivelle non aiuta a capire cosa realmente è in palio alle urne. Si chiede infatti agli italiani i cancellare l’articolo del codice dell’Ambiente, come rivisitato dalla legge di Stabilità, che permette ricerche ed estrazione di gas e petrolio in mare entro le 12 miglia (circa 22 chilometri) dalla costa. Rimane infatti a prescindere dal risultato del voto, i divieto si approvare nuove concessioni: questo purtroppo, per ignoranza e a volte per opportunità ideologiche, non viene detto molto spesso e da qui nascono tutta una serie di equivoci che non aiutano una sana e interessante discussione sulla questione trivellazioni.

Interviene ancora sul voto per il referendum trivelle del prossimo 17 aprile 2016 il premier Matteo Renzi, durante l’intervista a tutto campo a In Mezz’ora della domenica pomeriggio: dopo le polemiche a non finire sullo scandalo petrolio che ha portato alle dimissioni del ministro Federica Guidi, il premier è tornato all’attacco anche sul voto referendario. «Questa sulle sulle trivelle l’ha fatta il Pd, è evidente che speriamo che fallisca il referendum ma chi vuole andare a votare, scelga liberamente che cosa votare. Non stiamo con il fucile puntato. La linea è sempre stata questa. Ma a chi dice che non bisogna indicare il non-voto, ricordo che al referendum del 2003 la Quercia disse di non andare a votare sull’art.18». Armi affilate per il segretario Pd che non ci sta alle critiche subite, anche interne dalla minoranza dem, sulle parole pronunciate a favore dell’astensione sul voto per le trivelle nel Mediterraneo. Le polemiche non si placano e oggi nella Direzione nazionale del Pd si avrà molto probabilmente la resa dei conti interna propri sul fattore astensione / voto: chi la spunterà? Di sicuro il Partito Democratico sta attraversando uno dei momenti più delicati della sua storia, e un voto considerato inizialmente “marginale” come quello ambientalista contro le trivelle si sta trasformando in un autentico caso politico nazionale. 





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