Dopo la battaglia sui fondi destinati alla riforma dei centri per l’impiego e l’avvio del provvedimento, si discute sulla folla alla quale è destinato il reddito di cittadinanza. Sul tema è intervenuto oggi il direttore di Libero Vittorio Feltri ai microfoni de L’Aria che Tira: “Mi sembra una follia questa storia del reddito di cittadinanza: abbiamo fatto dei conti e abbiamo visto che i soldi andranno soprattutto a coloro i quali lavorano in nero. Non denunciano una lira, noi assisteremo quelli che sono già fuorilegge: chi lavora in nero è già illecito”. Continua Feltri, contestando apertamente la proposta del Movimento 5 Stelle: “E’ insensato, contribuirà ad aumentare il debito e creerà le pre-condizioni per impedire la crescita economica, che non la fanno i governi ma il popolo italiano. I governi devono rendersi conto che i soldi che amministrano non sono loro, ma sono degli italiani”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“REDDITO DI CITTADINANZA PER SCONFIGGERE LA MAFIA”
Il reddito di cittadinanza è uno dei temi più dibattiti degli ultimi giorni, con il Movimento 5 Stelle che punta forte da sempre su questo provvedimento per aiutare chi è in difficoltà e per lanciare l’economia. Laura Ferrara, europarlamentare pentastellata, ha spiegato l’utilità del reddito di cittadinanza ed ha evidenziato la sua importanza anche per combattere la mafia: “Non stiamo parlando di forme di carità o di assistenzialismo, ma di uno strumento di riscatto sociale, di inclusione e partecipazione alla società, che assicuri il pieno esercizio dei diritti fondamentali. Uno strumento che servirà anche a contrastare l’azione di mafie e corruzione, che si alimentano della condizione di ricattabilità economica per colpire e limitare le libertà individuali, diritti, e per attrarre nel mondo dell’illegalità chi versa in stato di bisogno”. Conclude la Ferrara: “Il reddito minimo di cui ha bisogno un’Europa che vuole essere più equa e giusta, deve essere uno strumento di civiltà che dia pari dignità e pari opportunità a tutti i cittadini e che non faccia rimanere indietro nessuno”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SUI SOCIAL TRUCCHI PER ELUDERE NORME
Il reddito di cittadinanza è atteso per la primavera del prossimo anno, ma gli italiani sono già al lavoro per accaparrarsi i 780 euro al mese. Il governo sta già studiando un piano per contrastare i “furbetti”, e prevede sanzioni severissime fino a sei anni di carcere. Il raggiro avviene su due ambiti distinti: il primo è il modo di ottenerlo, l’altro riguarda l’elusione dei vincoli che il governo intende mettere. Oltre ai contribuenti che dichiarano meno di quanto detengono, lo Stato dovrà controllare con più attenzione le finte separazioni e falsi divorzi. Come riportato da Askanews, ci sono quelli che cercheranno di riceverlo pieno, senza accontentarsi dell’integrazione. Ci potrebbero essere finte vendite di appartamenti, scivolare nel lavoro nero… È molto probabile che si avrà un crollo del numero dei “bamboccioni”, visto che il reddito di cittadinanza non andrà a chi vive con i genitori. C’è poi il quesito di come spenderlo. Sul web i furbi consigliano il ricorso a una sorta di cartolarizzazione del credito: spendere il credito presso un amico commerciante ma anziché ritirare la merce incassare il denaro cash. La fantasia non manca agli italiani, ma la sensazione è che la quantità di vincoli sarà direttamente proporzionale ai tentativi di raggiro. (agg. di Silvana Palazzo)
M5S, “QUOTA ANDRÀ ALLE IMPRESE CHE ASSUMONO”
8 ore a settimana da impiegare per “attività lavorative nel Comune di Residenza”: questo è un punto imprescindibile per il Movimento 5 Stelle nel presentare il Reddito di Cittadinanza dal prossimo 2019: ma quali sarebbero questi “lavori” che si dovranno svolgere? Secondo gli ultimi dettagli forniti dai tecnici al lavoro nel Ministero del Lavoro – riportati da Adnkronos – si intendono in generale tutti i lavori di “pubblicità utilità”, ovvero realizzazione di opere e la fornitura di servizi di utilità collettiva, assistenza di persone in difficoltà (anziani o handicappati) ma anche tutti quei lavori volti alla rieducazione dei tossicodipendenti o dei detenuti. Non sono certo i soli però: secondo l’Adn, «lavori socialmente utili anche nel settore dell’ambiente e del territorio, come la tutela delle aree protette e dei parchi naturali o anche la raccolta differenziata. Lo stesso vale per coloro che realizzano opere necessarie allo sviluppo dell’agricoltura o al miglioramento della rete idrica». È intanto notizia di oggi, rivelato dal capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli (in una intervista a Sky Tg24) che chi assumerà un lavoratore che riceve il reddito di cittadinanza, potrà trattenere la quota di reddito che sarebbe spettata alla persona disoccupata. Ecco le parole di Patuanelli: «per noi è legata alla formazione ma al di là del fatto di creare persone formate appetibili per le aziende pensiamo che laddove l’azienda assume trattiene per sé il reddito di cittadinanza che dovrebbe essere pagato alla persona».
BARI, IL “CASO” DEL REDDITO DI DIGNITÀ
È la misura centrale della Manovra gialloverde, la battaglia del M5s con Di Maio che tenta così di “riprendersi” lo spazio politico e mediatico occupato da Salvini ormai dal primo giorno del neo Governo Lega-Cinque Stelle: si tratta del Reddito di Cittadinanza, il vero “nodo” politico e sociale che terrà impegnati commentatori, entusiasti e detrattori ancora per diversi mesi qui in avanti. Ogni giorno si cerca di capire meglio – e di contestare laddove non si comprende bene oppure si capisce benissimo e non si condivide – in cosa consista la misura “assistenziale” da 790 euro mensili ritenuta la vera arma per far crescere il lavoro e “abolire la povertà” come sostiene il Ministro Luigi Di Maio. Con un lungo reportage da Bari, oggi Repubblica mette in prima pagina il caso di Bari dove il Reddito di Dignità (Red), promosso dalla Regione Puglia e consistente in un assegno da 600 euro mensili, è tutt’altro che immune a problemi. Come spiega la collega Francesca Russi, su seimila nuclei familiari che hanno dichiarato di vivere con meno di 6 mila euro annui – e quindi meritevoli per legge del Reddito di Dignità – il 40% delle domande «sono state revocate dal Comune o rifiutate dagli stessi beneficiari». Insomma, a Bari 4 su 10 rinunciano al bonus che somiglia, da molto vicino, a quello previsto dal Governo gialloverde con il Reddito di Cittadinanza: «Il lavoro nero influisce sicuramente su questi dati», anche se problematico resta per tanti quel “tirocinio formativo” imposto e vincolato dal sostegno finanziario ricevuto. Il Red non è nient’altro che una misura di contrasto alla povertà e di supporto all’inserimento sociale e lavorativo promossa dalla Regione Puglia, «che garantisce ai cittadini più indigenti la possibilità di seguire tirocini retribuiti fino a un massimo di 600 euro». Ma non tutti lo accettano.
REDDITO DI CITTADINANZA: A RISCHIO PER CHI VIVE COI GENITORI
Ieri a Quarta Repubblica con Nicola Porro, è intervenuto proprio sul tema del Reddito di Cittadinanza il politologo Edward Luttwak che ha contestato ampiamente la misura proposta dal Movimento 5 Stelle come tema centrale della prossima Manovra finanziaria (costerà circa 10 miliardi di euro, ndr). «Questo accorgimento contro la povertà è dovuto principalmente a una mancanza di lavoro, se ci fosse lavoro e i cittadini fossero abili a pagare le tasse sarebbe meglio una tassa di cittadinanza. Questo significherebbe vivere in un paese che funziona», conclude il politologo che dunque invita ad aumentare le possibilità di maggior lavoro (e qui il Decreto Dignità sembra essere un ostacolo) piuttosto che «una misura assistenziale e instabile». Come se non bastasse, attorno al Reddito di Cittadinanza esistono anche diversi problemi sull’adesione piena ai requisiti allo studio del Governo: essere cittadini italiani, aver compiuto almeno 18 anni, essere disoccupati o percepire un reddito considerato al di sotto della soglia di povertà. Ma sul fronte familiare, potrebbe esserci un problema ulteriore: se si tenesse il valore Isee del nucleo familiare come valevole per la persona interessata al sussidio, allora verrebbero esclusi dal reddito «coloro che vivono con i genitori, o comunque che risultano a carico e presentano un reddito familiare superiore ad una certa soglia».